
Norme anti-inquinamento, Uncem: "Non demonizzare pellet e legna”
Mer, 23/01/2019 - 12:00 0 commenti 1223 views
Non solo i blocchi del traffico che penalizzano sempre chi dall'esterno delle città deve entrare nelle zone urbane per lavorare, studiare o per svago. Non solo la limitazione di euro 1, 2, 3 e 4 che mina gli scambi tra città e zone rurali, aumentando divari e ampiezza delle periferie. Non solo continue penalizzazioni senza particolari riscontri nella riduzione dell'inquinamento. "Ora finiscono, in Piemonte e in altre Regioni, sotto attacco pellet e legna - sottolinea il Presidente Uncem Marco Bussone - In città, limitare come è stato fatto l'installazione di stufe a legna va bene. Ma nelle aree rurali e montane è assurdo. Grave, direi. Perché rischia di danneggiare, prendere in giro, quei residenti e proprietari di immobili nei 1800 Comuni italiani non metanizzati. Dunque costretti a spendere migliaia di euro l'anno in gpl e bombole, oppure usare legno del proprio bosco o pellet. Vale per moltissimi Comuni della provincia di Torino, come per tutta la Sardegna, gran parte di Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia. Chi demonizza il legno venga a vivere in un Comune non metanizzato, senza teleriscaldamento. Si sieda a un tavolo e proponga con noi opportunità per far risparmiare le famiglie grazie a una strategia energetica sostenibile ambientalmente ed economicamente".
Uncem ha sempre proposto numerose soluzioni all'aumento del Pm10 e di altri inquinanti causati da biomasse. "Intanto abbiamo sancito a dicembre un accordo con Aiel, l'Associazione italiana Energie Agroforestali, per spiegare che i nuovi apparecchi, domestici e non, a legna e pellet, devono essere ad alto rendimento e basse emissioni, impiegare combustibili legnosi di qualità certificata, prevedere installazioni e manutenzioni a regola d'arte - prosegue Bussone - Come scrivono Legambiente e Aiel, il legno è una risorsa irrinunciabile e rappresenta un terzo delle energie rinnovabili in Italia. Insieme a eolico, fotovoltaico, idroelettrico e solare contribuisce in maniera significativa al raggiungimento degli obiettivi europei che per il 2030 si prefiggono di raggiungere il 32% di produzione di energia da fonti rinnovabili. Vogliamo però garantire una migliore qualità dell'aria attraverso una strategia di rottamazione delle vecchie stufe obsolete con le nuove tecnologie, che riducono le emissioni nocive fino all'80%". Aiel ribadisce che il turn-over degli impianti a biomasse forestali riduce drasticamente il Pm10. Così gli impianti energetici a biomasse gestiti dai Comuni o da società partecipate che alimentano piccole reti di teriscaldamento. Energia verde grazie ad avanzate caldaie che usano materiale rinnovabile proveniente da 'metri zero'. "Demonizzare il legno senza spiegare nel dettaglio cosa prevedono le normative regionali su impianti e materie prime, è assurdo - commenta Bussone - Piuttosto le Agenzie regionali per l'Ambiente lavorino con noi per creare una nuova cultura tra gli utenti e per sensibilizzare la politica nel mantenere, ad esempio, Conto termico ed Ecobonus, promuovendo la gestione forestale attiva, con certificazione dei prodotti estratti e degli impianti termici ovvero cogenerativi, come ci insegna Aiel".
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