
Vendita pellet online: come evitare le truffe!
Gio, 08/06/2017 - 18:31 0 commenti 9539 views
Il pellet è considerato uno dei combustibili più convenienti in circolazione, con un’altissima resa e bassi costi. Il risparmio derivante dall’utilizzo del pellet è evidente e basta fare un piccolo calcolo delle spese a fine stagione per rendersene conto. Dopo la stagione invernale, inizia il miglior periodo per acquistare pellet prestagionale, che permette ulteriori e significativi risparmi. Per quanto riguarda poi la scelta del pellet, basta seguire i consigli del blog di Biomassapp (per approfondire, vi suggeriamo di leggere l'articolo "Sacchi di pellet 15 kg e altri formati per il riscaldamento domestico").
Dove acquistare il pellet?
Il pellet può essere tranquillamente acquistato in negozio, sfruttando delle offerte periodiche, oppure su Internet. In quest’ultimo caso avete la comodità di non dovervi recare sul posto e di vedervi recapitato comodamente a casa tutto il pellet di cui avete necessità per affrontare l’inverno. E-commerce come Biomassapp, vi offrono ampie garanzie, come la Certificazione NetComm, e permettono un acquisto di pellet online in tutta sicurezza.
Ma non tutti sul web garantiscono questa affidabilità e il cliente rischia di avere delle brutte sorprese.
Le truffe online
Una problematica molto seria che sorge in questo periodo riguarda le truffe del pellet online. Capita spesso di leggere sui giornali che dei consumatori siano stati raggirati con annunci che invitavano ad acquistare pellet ad un prezzo vantaggioso.
Le presenza di truffe online da un lato scoraggia i consumatori, i quali si rivolgono magari a delle aziende presenti sul territorio andando a pagare dei costi superiori al prezzo standard, e dall’altro danneggia i rivenditori seri, che si affidano al web per promuovere i loro prodotti.
Come si combattono le truffe?
Anche se sembra un’impresa ardua, occorre sapere che riconoscere le truffe è in realtà molto semplice. Innanzitutto è possibile cercare dei feedback sull’azienda che vende il pellet. Se, cercando sul web, leggete che l’azienda ha truffato dei consumatori in passato, allora di certo non c’è da fidarsi.
Il metodo migliore è sicuramente quello di affidarsi a dei portali seri come Biomassapp, che scelgono i propri venditori con cura e facendo delle ricerche approfondite. Garantiscono quindi la massima serietà nella vendita, spedizione e consegna.
Un ulteriore supporto arriva dai social network. Su Facebook, infatti, esiste un gruppo chiamato “Black List Pellets”, in cui vengono raccolte tutte le truffe che girano sul web. Come in tutto il social network, però, occorre prestare attenzione alle fake news che magari vanno a screditare un venditore serio.
L’importanza della provenienza
L’origine dei pellet, pur non avendo alcuna influenza sul potere calorifico o sulle emissioni di fumo al camino, è un indicatore importantissimo dell’impatto ambientale del prodotto, non solo in termini di ambiente locale (dove tale prodotto viene bruciato), ma anche in termini di impatto globale sul pianeta (la cosiddetta impronta di carbonio di ogni prodotto).
Per quanto riguarda l’indicazione della provenienza del pellet nella confezione, trattandosi di un prodotto "non food", si applicano le disposizioni riassunte nel seguente documento, contenenti chiarimenti dell'Ue in materia: Indication of origin marking on products.
Nonostante il diritto del produttore o distributore a non inserire il Paese d’origine del pellet nell’etichettatura, sussiste l’obbligo di tracciabilità della merce secondo la direttiva 2001/95/EC of the European Parliament and of the Council of 3 december 2001 on general product safety: "I distributori dovranno conservare e mettere a disposizione la documentazione necessaria per tracciare i prodotti".
Pertanto è un diritto del consumatore esigere di conoscere l’origine della merce, se lo ritiene rilevante, ed è obbligo del fornitore esibire tutta la documentazione di legge. Tutto ciò non è discriminazione bensì trasparenza.
Spesso si è portati a pensare che il pellet proveniente dall’Est Europa o dall’Asia sia più conveniente di quello acquistato in Italia. Questa affermazione è sicuramente falsa, dato che i prezzi del pellet vengono in parte stabiliti dal mercato e in parte dalla qualità.
Dunque se trovate un annuncio di pellet proveniente da un Paese extra-europeo, ad un prezzo stracciato, dovreste cominciare a dubitare. In questi casi infatti, non solo non avrete la certezza che il prodotto sia conforme alla descrizione, ma non avrete nemmeno la certezza che questo prodotto venga effettivamente consegnato.
Le certificazioni del pellet
Diamo un rapido accenno alle certificazioni del pellet, cercando di sottolinearne la differenza. La trasparenza nel mercato europeo del pellet è notevolmente aumentata con la certificazione ENplus. Il pellet è certificato ENPlus quando ogni attore della catena di approvvigionamento (produttore di pellet, distributore e dettagliante) è individualmente certificato. Inoltre, ENplus copre non solo i problemi di qualità, ma anche i criteri per la sicurezza nella filiera di vendita.
Alcuni consigli
Facciamo dunque un breve riassunto e stiliamo una lista di consigli da seguire per evitare le truffe:
- Preferire prodotti certificati. La certificazione del pellet allontana il consumatore dalle truffe e permette di acquistare dei prodotti di alta qualità.
- Evitare acquisti su siti internet che non conoscete o che non hanno dei feedback affidabili.
- Indipendentemente che il pellet sia certificato o meno, comunitario o extracomunitario, il Regolamento europeo sul legno del 2013 vieta il commercio di legname o di derivati frutto da ceduazione illegale, ed impone l’obbligo della tracciabilità. Se da un lato il fabbricante o il distributore non ha l’obbligo di indicare l’origine nella confezione, è nostro diritto esigere la prova dell’origine della merce, o privilegiare i produttori che optano per la marchiatura con indicazione d’origine volontaria.
- Inoltre, il nostro dovere di consumatori responsabili è privilegiare, per quanto possibile, gli acquisti di prodotti "a filiera corta" (quindi con ridotte emissioni di CO2 associate), o l’acquisto di pellet prodotto da scarti e da sottoprodotti del legno vergine, o da materiali erbacei (miscanto, canne, paglia…) piuttosto che da alberi abbattuti appositamente.
Scritto da Gianclaudio Iannace
Categoria di Biomassa:
Pellet