
Stagionalità del pellet, prezzi di mercato e costi della logistica
Dom, 05/11/2017 - 20:25 0 commenti 7491 views
Il sistema di riscaldamento da biomasse legnose è uno di quelli più diffusi in Italia; si stima che oggi siano 11 milioni gli impianti installati lungo tutto lo Stivale tra stufe, caldaie, termocamini a legna o pellet. A un numero così ingente non può che corrispondere una richiesta di quantità importanti di combustibile da parte dei consumatori. I costi di approvvigionamento sono variabili e dipendono da diversi fattori: in primis, il tipo di biocombustibile scelto (pellet, cippato, legna da ardere, nocciolino di sansa, sansa di olive, o altro), ma anche il periodo di acquisto può fare la differenza. Dopo aver trattato genericamente l'argomento in "Quanto costa il pellet? Impara a riparmiare!", nel seguente articolo approfondiremo il discorso collegato alla stagionalità del pellet: prezzi inversamente proporzionali alle temperature esterne sono la caratteristica principale di questo mercato. Ma vedremo anche come la geolocalizzazione, il trasporto e la logistica possono incidere in maniera determinante sul prezzo del pellet, accentuandone ulteriormente la variabilità.
Le stagioni del pellet: prezzi bassi in estate e alti in inverno
Primavera, estate, autunno o inverno: il prezzo del pellet risente molto della stagione in cui esso viene acquistato. I consumatori abituali sapranno già che esiste il periodo dei saldi del pellet, che in gergo viene definito come "offerta prestagionale". Nei mesi che vanno da aprile a settembre, infatti, i prezzi del pellet si abbassano sensibilmente: un sacchetto da 15 kg certificato (ad esempio, ENplus o DINplus) può arrivare a costare anche tra i € 3,90 e i € 4,10.
Un prezzo del pellet così basso è giustificato da una domanda minore nel periodo primaverile e estivo, con una conseguente maggiore disponibilità di prodotto sul mercato. Abbassando i prezzi del pellet durante i mesi più caldi, produttori e rivenditori riescono ad assicurarsi un minimo di ordini che fanno la differenza nel bilancio aziendale annuale.
Con l'arrivo dell'autunno, il prezzo del pellet risente già di un sensibile aumento. Lo stesso sacchetto da 15 kg certificato arriverà a costare minimo € 4,20, mentre in pieno inverno il costo non sarà inferiore a € 4,50 (senza considerare le spese di trasporto e/o consegna).
Quindi, comprare pellet con l'offerta prestagionale conviene e consente di risparmiare un bel po' sull'approvvigionamento; tanto più se si ragiona in termini di bancali e/o di tonnellate, invece che di sacchetti. Solitamente, chi possiede una stufa a pellet o una caldaia non compra singoli sacchi (se non per provare un determinato prodotto), ma si orienta sull'acquisto di uno o più bancali, i quali possono contenere 70, 80 o anche 90 sacchetti da 15 kg. Il risparmio sul prezzo del pellet, in questo caso, è molto più evidente: se in primavera una tonnellata di pellet può toccare la soglia minima di € 260, in inverno potreste pagare la stessa quantità non meno di € 300. Al prezzo del pellet vanno aggiunti poi i costi relativi all'eventuale trasporto e/o alla consegna a domicilio.
Geolocalizzazione del pellet: prezzi diversi per zone diverse
I prezzi del pellet non risentono soltanto della stagionalità; un altro fattore di importanza fondamentale è la geolocalizzazione, ovvero la zona geografica dove viene acquistato il combustibile. L'Italia ha una morfologia del territorio varia e diversificata; questo fa sì che il prezzo del pellet non sia lo stesso per tutte le Regioni. In alcuni casi, possono esserci delle notevoli differenze addirittura all'interno della stessa Regione.
La motivazione è da ricercarsi negli elevati costi di trasporto delle merci pesanti e nei numerosi aspetti legati alla logistica per la gestione dei carichi. Movimentare, scaricare e stoccare tonnellate e tonnellate di pellet presuppone di avere a disposizione mezzi adeguati (bilici, camion, sponde idrauliche, muletto, etc) e spazi sufficienti (e asciutti!) per lo stoccaggio e la giacenza in magazzino prima della vendita.
Perciò il pellet costerà meno nelle aree geografiche più vicine ai punti nevralgici di smistamento, mentre aumenterà man mano che ci si allontana da essi per arrivare alle zone più difficilmente raggiungibili, ad esempio i paesi e le cittadine di montagna o quelle sulle isole (dove la faccenda si complica ulteriormente a causa del trasporto via mare, molto più oneroso rispetto a quello su gomma).
Qualità del pellet: prezzi più alti per i prodotti certificati
Come abbiamo avuto modo di approfondire già in altri articoli del blog, sul prezzo del pellet incide molto la qualità e la certificazione del prodotto. A livello europeo, infatti, i produttori di pellet possono scegliere di sottoporsi a un rigido iter per verificare che le proprie lavorazioni rispettino gli standard qualitativi stabiliti, per poi ottenere la certificazione.
Le certificazioni del pellet sono diverse (per approndire, rimandiamo all'articolo "Certificazione del pellet: ENplus, DINplus, Önorm, Pellet Gold"), ma quella più accreditata è sicuramente la ENplus; un prodotto certificato ENplus A1 (la tipologia più pregiata e più adatta agli impianti domestici) avrà sicuramente un prezzo maggiore rispetto a un prodotto non certificato, poichè garantisce qualità, tracciabilità e trasparenza nell'acquisto.
Il prezzo del pellet ENplus è maggiore, poichè questo tipo di prodotto è controllato lungo tutta la filiera, dalla materia prima fino alla consegna al consumatore finale; inoltre, garantisce la sostenibilità ambientale dei processi produttivi, di cui possono essere certificate tutte le fasi.
Costi maggiori di materie prime e produzione giustificano, dunque, prezzi del pellet più alti. Basti pensare che il pellet ENplus venduto in sacchi deve riportare obbligatoriamente sia il marchio originale della certificazione e sia tutte le caratteristiche del prodotto (diametro, lunghezza, contenuto idrico, residuo ceneri, potere calorifico, durabilità meccanica, durabilità sterica), ed anche il pellet ENplus venduto sfuso deve essere trasportato e conferito solo da automezzi certificati ENplus. Essi sono dotati di un codice identificativo rilasciato dall'organismo di certificazione, dopo rigorosi controlli e verifiche degli ispettori sugli automezzi e i sistemi di carico. L'autobotte certificata è adibita esclusivamente alla consegna del pellet sfuso ENplus e ha caratteristiche tecniche che garantiscono di mantenere inalterata la qualità del pellet durante il trasporto e lo scarico nel deposito, e di determinare in modo preciso la quantità di combustibile fornita al cliente.
Anche il conducente dell'autobotte ENplus non è un semplice autista, ma un vero e proprio professionista qualificato che ha conseguito un corso di formazione specifico organizzato da AIEL e accreditato dal sistema ENplus.
Insomma, di fronte a un prodotto certificato potete essere certi di acquistare pellet di qualità anche se il prezzo potrebbe risultare maggiore rispetto ad altre proposte di combustibile. Resta il fatto che il miglior modo di risparmiare è quello di comprare con l'offerta prestagionale in primavera o in estate, quando è possibile approvvigionarsi di pellet di alta qualità a un prezzo molto competitivo rispetto ad altri periodo dell'anno.
Infine, se l'arrivo della stagione fredda vi ha colti impreparati, siete ancora in tempo a rintracciare online occasioni di acquisto last minute di pellet a un prezzo ragionevole; l'importante è, come sempre, verificarne la qualità e affidarsi a siti specializzati che possano fornirvi assistenza pre e post vendita, oltre che un sistema di pagamento sicuro.
Scritto da Maddalena Sofia
Categoria di Biomassa:
Pellet