
Quanto conta la certificazione del pellet?
Il successo del pellet per il riscaldamento delle utenze domestiche è ormai inconfutabile: la sensibilità dei consumatori per le tematiche ambientali, la praticità di utilizzo di questa biomassa nei moderni impianti e la possibilità di risparmiare sensibilmente sulla bolletta energetica sono solo alcuni dei fattori che hanno contribuito all’adozione dei cilindretti legnosi per combattere il freddo delle proprie abitazioni, nei mesi autunnali e invernali.
Di conseguenza, il prodotto ha ormai raggiunto una diffusione capillare nella nostra penisola: è oggi possibile acquistare il pellet non solo nei negozi specializzati (sia fisici che on-line), ma anche nella grande distribuzione organizzata e perfino nei piccoli ferramenta e supermercati. All’atto dell’acquisto, però, è importante che i lettori di Biomassapp ricordino che non tutti i pellet sono uguali: potere calorifico, miscela del pellet e percentuale di residui di cenere influiscono in maniera determinante sia sulla qualità che sul prezzo finale del combustibile. Per venire incontro alle esigenze del cliente inesperto sono perciò nate le certificazioni, che vincolano il combustibile legnoso a determinati parametri stabiliti da un ente, e che garantiscono precisi standard qualitativi.
La normativa europea - ENplus
In Europa il marchio ENplus divide il pellet in 3 categorie, a seconda delle sue caratteristiche chimico-fisiche:
· ENplus A1 à è associato al pellet di prima categoria, quello più pregiato;
· ENplus A2 à identifica un pellet di media qualità;
· ENplus B à categoria più bassa; è solitamente pellet scadente e adatto a scopi industriali.
Il marchio non è però l’unico elemento che attesta la qualità del prodotto: esso deve sempre essere accompagnato da un numero identificativo dell'azienda, altrimenti la sua validità risulta pressoché nulla.
Questo numero è formato da due lettere che indicano il Paese di provenienza e da tre cifre.
Esempio: IT 123 (Italia) – AT 456 (Austria) – RO 789 (Romania) – BA 123 (Bosnia) ecc.
In Italia i numeri da 1 a 299 identificano i produttori, quelli oltre 300 gli importatori: sul sito di EN Plus si può verificare la corrispondenza del codice al produttore o all'importatore effettivo.
Gran parte del pellet oggi in commercio non risulta certificato: in particolare, nel nostro Paese più della metà di quello che si trova in commercio è di importazione, proveniente dall’est Europa, Usa, Canada, Sudamerica, Australia e Nuova Zelanda. Se il marchio di certificazione non è segnalato, sarebbe importante verificare che ci siano almeno il nome e i riferimenti del produttore o dell'azienda responsabile della commercializzazione.
Le normative nazionali
Oltre al marchio ENplus, è usuale trovare associate al pellet in commercio anche altri tipi di certificazioni. Spesso queste si riferiscono alle attestazioni nazionali, che variano da Paese a Paese. Tra le principali ricordiamo:
· Austria - ONORM M 7135.
· Germania - DIN 51731 e DIN plus.
· Gran Bretagna - The British BioGen Code of Practice for biofuel (pellets)
· USA - Standard Regulations & Standards for Pellets in the US: The PFI (pellet)
· Svizzera - SN 166000
· Svezia - SS 187120
Quali sono i rischi dell’utilizzo di pellet non certificato?
Non è raro che i consumatori utilizzino pellet di bassa qualità, spesso perché allettati da prezzi molto bassi, e convinti che un combustibile valga l’altro. In realtà l’uso di un pellet scadente comporta diverse controindicazioni.
Una delle conseguenze più frequenti, e anche più fastidiose, è l’eventualità che l’impianto di riscaldamento si sporchi molto in fretta, e diventi quindi necessario pulirlo più spesso del normale. Inoltre i pellet scadenti hanno un potere calorifico molto basso, che non arriva ai rendimenti dichiarati dal produttore: ciò porta l’utente finale a lamentarsi del fatto che la sua stufa bruci tanto, ma non scaldi abbastanza, quando invece la colpa è da attribuire unicamente al combustibile. Oppure ancora può accadere il contrario, ovvero che il pellet abbia un potere calorifico troppo alto, finendo per deformare le parti interne della camera di combustione, che dovranno poi essere sostituite. In questi casi la garanzia degli impianti decade, poiché si è contravvenuto a quanto scritto nel manuale di utilizzo, ovvero la necessità di utilizzare un pellet di qualità.
Il nostro consiglio: usate pellet di qualità!
Da quanto analizzato fino a questo momento, è abbastanza chiaro che solo l’utilizzo di un pellet di qualità, certificato secondo gli standard nazionali ed internazionali vigenti, possa assicurare un riscaldamento domestico efficace ed efficiente.
Se è vero, infatti, che spesso bisogna prevedere di spendere qualcosina in più per comprare un prodotto certificato, occorre tenere ben presente che solo questo tipo di prodotto può effettivamente garantire standard qualitativi, e quindi rendimenti, elevati e soddisfacenti. Inoltre, una maggiore spesa in fase d’acquisto può assicurare un considerevole risparmio nel lungo periodo, data la minore necessità di effettuare pulizia e interventi sul proprio impianto di riscaldamento, nonché la possibilità di utilizzare minori quantità di prodotto per ottenere lo stesso livello di calore desiderato.
Ancora una volta, quindi, sembra confermarsi il detto popolare secondo cui il risparmio non è mai guadagno; ma Biomassapp, il portale italiano delle biomasse, può coniugare le due esigenze, consentendovi di acquistare i pellet migliori al prezzo più conveniente sul mercato. Guardate i nostri annunci e… non ve ne pentirete!