Nocciolino di sansa vergine e nocciolino di sansa esausta: quali utilizzi?

In un nostro precedente articolo abbiamo spiegato la differenza tra nocciolino di sansa vergine e nocciolino di sansa esausta (vi consigliamo di leggerlo al seguente indirizzo "Sansa e nocciolino di sansa: facciamo un po' di chiarezza"). 
Ma quale è l’utilizzo migliore dell’uno e dell’altro? Naturalmente parliamo di uso energetico, sia domestico che industriale e se parliamo di uso energetico del nocciolino di sansa, smarchiamo subito una curiosità, ovvero quale è il potere calorifico del nocciolino di sansa vergine e del nocciolino di sansa esausta?
Quello del potere calorifico delle biomasse è un po’ il sacro Graal per tutti quelli che comprano biocombustibili.
Con una umidità ≤ 15%, il nocciolino di sansa esausta ha un potere calorifico kcal/kg ≥ 4000 e il nocciolino di sansa vergine, con umidità < 6% conta kcal/kg4800 e > 10% conta kcal/kg 4100.
Difficile pensare di trovare nocciolino di sansa vergine con umidità < 6% e, pertanto, possiamo considerare molto vicini i due poteri calorifici, con una leggera prevalenza del nocciolino di sansa vergine, anche per effetto della maggiore componente di residuo oleoso.
 
Utilizzo del nocciolino di sansa esausta
E’ certamente un ottimo combustibile, ma dobbiamo sempre ricordare attraverso quali processi si arriva alla sua produzione.
La sansa vergine viene infatti sottoposta a trattamenti chimici per produrre l’olio di sansa, anche attraverso l’utilizzo di esano.
E’ pertanto un prodotto da utilizzare per i grandi impianti di tipo industriale: questi impianti sono infatti dotati di sistemi di abbattimento dei fumi e di automazione nella rimozione delle ceneri.
Diversamente, il nocciolino di sansa esausta, se usato in piccoli impianti domestici, oltre alle emissioni di cattivo odore, rileva problemi di accensione e la tendenza a sporcare gli scambiatori e la canna fumaria.
Meglio quindi evitarne l’utilizzo nelle nostre stufe policombustibili di casa, ma come abbiamo già visto in altri articoli, c’è grande confusione tra nocciolino di sansa vergine e nocciolino di sansa esausta e, i rivenditori, non aiutano molto spesso a fare chiarezza parlando in modo generico di nocciolino di sansa,  senza fornire ai clienti né un certificato, né consulenze sul prodotto più adatto alle loro esigenze.
 
Utilizzo del nocciolino di sansa vergine
E’ un prodotto davvero ecologico: dalla sansa vergine, per centrifugazione (separatore di nocciolino di sansa) si ottiene il nocciolino di sansa vergine. Con alto potere calorifico e caratteristiche di prodotto ecologico, è particolarmente adatto per caldaie da riscaldamento e per produrre acqua sanitaria. Si utilizza anche nei termocamini e nei forni. Il prodotto si presenta più chiaro rispetto al nocciolino di sansa esausta, pulito e senza cattivi odori.
 
I costi del nocciolino di sansa vergine ed esausta: nocciolino di sansa, prezzi al pubblico
Il nocciolino di sansa vergine ha un costo superiore al nocciolino di sansa esausta di circa un 10-20%. Il costo del nocciolino di sansa vergine è di circa 210-220 euro a tonnellata se confezionato in sacchette da 25 kilogrammi, un 5%-10% in meno se confezionato in big bag da 500/1000 kg
 
Vantaggi e svantaggi del nocciolino di sansa vergine rispetto al pellet
Prendiamo in considerazione il nocciolino di sansa vergine e mettiamolo a confronto con il combustibile più utilizzato tra le biomasse energetiche (legna da ardere esclusa): il pellet
 
- Vantaggi del nocciolino di sansa vergine:
  • minor costo
  • resa calorifica non lontana da quella del pellet
  • più peso per stesso volume
- Vantaggi del pellet:
  • più facile messa a punto combustione
  • minore cenere
  • minore fumo
Nocciolino di sansa vendita
Il nocciolino di sansa vergine, rispetto al pellet, ha però una commercializzazione meno evoluta e si tratta di una sorta di prodotto a km 0 in quanto la distribuzione capillare dei frantoi sul territorio fa si che il consumatore si rechi a comprarlo direttamente in azienda. Una questione che abbiamo già trattato (leggi anche "Sansa di olive, nocciolino e acque di vegetazione: da scarti a risorse") è quello della mancanza di certificazione del prodotto, un po’ come si è fatto per il pellet: questo contribuirebbe a fare chiarezza circa le caratteristiche del prodotto e a rendere più sicuri gli acquisti dei consumatori.
In ogni caso, poiché la molla che spinge il consumatore all’acquisto del nocciolino di sansa è il minor costo rispetto ad altre biomasse, il nocciolino di sansa vergine conquista ogni anno sempre di più consumatori, e ne conquisterà tanti ancora se le aziende inizieranno a produrre stufe e caldaie a nocciolino di sansa dedicate, invece di adattarne l’utilizzo con macchinari di tipo policombustibile.
 
Scritto da Gianclaudio Iannace
 
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Pubblicato da GIANCLAUDIO IANNACE