
Legna da ardere: un valore sommerso
Ven, 17/11/2017 - 14:57 0 commenti 6694 views
Non meno di 20.000.000 di tonnellate all’anno!
A tanto sembra ammontare il consumo di legna da ardere in Italia.
Sembra, perché si tratta di un mercato in cui c’è tanto sommerso (anzi, chiamiamo le cose con i loro nome, “non fatturato”) con una forte incidenza di auto-consumo, ovvero di legna da ardere raccolta nei propri terreni dagli stessi consumatori e, se lo valorizziamo a 100 euro a tonnellata (un valore sottostimato rispetto al prezzo di mercato che può essere tra il 10% ed il 20% superiore) rappresenta un fatturato annuo di almeno 2 miliardi di euro, una cifra importante, dietro la quale ci sono imprese e tante persone che lavorano nel settore.
Un mercato però poco visibile, le imprese sono piccole e solo da poco si cerca di qualificare la legna da ardere con programmi di certificazione della legna o di segmentazione del prodotto in base alle esigenze dell’utente finale (es. legna per pizzeria, confezioni di legna per camini “cittadini”, etc); se ad esempio confrontiamo il mercato della legna da ardere con quello del pellet, ben più organizzato e moderno, non si può che rimanere impressionati dalle differenze di volumi: il mercato del pellet è 6 volte più piccolo in termini di volumi (3,5 milioni di tonnellate anno) e vale la metà in termini di fatturato.
Vale allora la pena di conoscere meglio il mercato della legna da ardere e utilizzeremo, per questo, i dati dell’APAT e dell’ISTAT, per la nostra valutazione. In Italia, quasi il 26% delle famiglie usa legna a fini energetici (si prende in considerazione solo chi usa la legna da ardere almeno 4 volte l’anno). Il consumo medio annuo per abitazione è di 4,3 tonnellate. Il 60% della legna da ardere viene utilizzata in camini aperti e stufe, il 40% in impianti più innovativi. Circa il 50% dei consumi avviene in comuni sotto i 30.000 abitanti ed il 53% dei consumi in zone montuose o collinari. Le famiglie che usano legna da ardere o derivati sono circa 5,5, milioni per un totale di 22 milioni di abitanti. Le regioni che utilizzano maggiormente, in proporzione alla popolazione, la legna da ardere, sono Toscana, Marche, Umbria, Sardegna con il 32.2% delle famiglie, seguite da Trentino con il 29%. In Italia, considerando chi utilizza la legna da ardere più di 4 volte all’anno, ci sono 1,28 apparecchi a legna da ardere per ogni abitazione. Il consumo medio per famiglia è di 4,3 tons e varia da 4,7 tons per l’area Piemonte/Liguria, Valle D’Aosta e Triveneto, ai 3,4 tons della Lombardia, Emilia Romagna. Se andiamo a considerare la grandezza dei comuni, in quelli fino a 5.000 abitanti il consumo è di 5,3 tons annuo, da 5001-20.000 abitanti il consumo è di 4,3 tons annuo, dai 20001 a 50.000 abitanti è di 2,4 tons, da 50001 abitanti in poi 3,2 tons.
Rispetto alle tipologie di abitazioni il consumo di legna da ardere è:
- Condominio: 3 tons
- Villa indipendente/villa a schiera: 4,4 tons
- Cascina villa monofamiliare: 5 tons
- Bifamiliare: 3,6 tons
Per quali ragioni gli italiani dichiarano di preferire la legna da ardere?
Motivazioni esclusive sull’uso della legna da ardere e consumi medi relativi:
Ragione di utilizzo | % | Consumi di legna annuo |
Perché è bello vederla ardere | 17 | 2,7 |
Perché non la compro | 16,2 | 5,3 |
Perché costa meno | 11,5 | 5,5 |
Perché scalda meglio | 7,2 | 4,5 |
Perché non saprei cosa usare d’altro | 3,6 | 4,0 |
Perché è ecologica | 2,2 | 2,7 |
Tradizione | 1,5 | 2,7 |
Migliore per cucinare | 0,5 | 0,7 |
Altro | 0,6 | 4,3 |
Più di una motivazione | 39,7 | 4,5 |
Totale | 100 | 4,3 tons/anno |
Modalità di approvvigionamento
Per quanto riguarda l’approvvigionamento nel Nord Ovest e al Sud Italia è più forte l’autoproduzione, mentre l’acquisto della legna da ardere prevale al centro Italia ed in Lombardia.
Per un terzo c’è auto produzione, per un terzo la legna da ardere viene acquistata da fornitori tradizionali e per un terzo da altri canali di vendita e di approvvigionamento, tra i quali la vendita della legna online, che sta iniziando ad affermarsi. Per quanto riguarda la frequenza annua di approvvigionamento:
- 1 volta all’anno: 68%
- 2 volte all’anno: 14%
- 3 volte all’anno: 6%
- altro: 12%
Per ciò che attiene lo stoccaggio, quasi il 45% degli italiani ripara la legna da ardere sotto una tettoia all’aperto ed il 27% usa un locale, magazzino o una baracca per stiparla.
Infine, un argomento di grande attualità ovvero cosa produce, in termini di emissioni la combustione della legna da ardere. Abbiamo una componente “positiva” che riguarda le emissioni di CO2 evitate e questo quantitativo risulterebbe essere il 2% di tutte le emissioni di CO2 in Italia. Se invece consideriamo le PM10, nella combustione della legna da ardere valgono circa il 30% del totale delle emissioni Italia e questo è il maggiore punto di contestazione rispetto all’utilizzo della legna da ardere.
Per approfondire l'argomento sulla legna da ardere, vi consigliamo di leggere anche "Qual è la migliore legna da ardere?" sul blog di Biomassapp.
Scritto da Gianclaudio Iannace
Categoria di Biomassa:
Legna da ardere