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La normativa per le caldaie a biomasse in vista del biennnio 2019-2020

Le normative per le caldaie messe in atto da quelle regioni che stanno adottando le modifiche in ottemperanza al PAN italiano

 

Sono in arrivo ulteriori modifiche normative per gli impianti di climatizzazione. Già dal 2018 la normativa per le caldaie ha previsto un adeguamento degli impianti di riscaldamento, adeguamento che mira a realizzare gli obiettivi prefissi nella Direttiva 2009/29/CE. Questa direttiva europea, chiamata anche “Piano 20 20 20”, contiene le misure che i Paesi membri si sono proposti di raggiungere per andare oltre il Protocollo di Kyoto, trattato realizzato per contrastare il cambiamento climatico ormai scaduto nel 2012.

 

Il “Piano 20 20 20” ha come obiettivo la riduzione delle emissioni di gas serra del 20%, aumentare del 20% l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili e arrivare al 20% del risparmio energetico. La data limite prefissata è il 2020. Pur trattandosi di un piano UE, quindi non globale, in ogni caso si tratta di una serie di provvedimenti finalizzati a contrastare il cambiamento climatico, aumentando l’efficienza energetica. Il dato da contrastare è quello indicato dalla comunità scientifica mondiale: limitare il riscaldamento climatico globale a un aumento massimo di +2°C entro il 2052.

 

La direttiva UE prevede che ogni Stato membro nel 2010 abbia provveduto a ratificare alla Commissione Europea l’attuazione di un Piano di Azione Nazionale (=PAN) sull’energia rinnovabile. L’Italia ha posto come obiettivo nel proprio PAN il raggiungimento del 17% di energia prodotta da fonti di energia rinnovabile.

Per quanto riguarda le biomasse energetiche ecco una tabella che mostra gli obiettivi che l’Italia si è prefissata di raggiungere per il 2020:

 

   

2005

   

2020

 
 

MW

 

GWh

MW

 

GWh

biomassa

937

 

4.675

3.820

 

18.780

solida

653

 

3.477

1.640

 

7.900

biogas

284

 

1.198

1.200

 

6.020

bioliquidi

0

 

0

980

 

4.860

Fonte: ENAMA Progetto Biomasse
 

Normativa per le caldaie a biomassa legnosa

 

Analizziamo ora le normative per le caldaie messe in atto da quelle regioni che stanno adottando le modifiche in ottemperanza al PAN italiano, per evitare di incorrere in sanzioni amministrative. Importante è verificare la classe emissiva del proprio generatore.
 

Piemonte e Emilia-Romagna

 

La normativa per le caldaie della Regione Piemonte, entrata in vigore dal 1° ottobre 2018, prevede il divieto di installare impianti a biomassa legnosa con potenza nominale inferiore a 35 kW con classe di prestazione emissiva inferiore a tre stelle. Dal 1° ottobre 2019 si potranno installare soltanto impianti di classe pari o superiore alle quattro stelle, e saranno vietati gli impianti con meno di tre stelle.

 

In Emilia-Romagna la normativa per le caldaie impone il divieto dal 1° ottobre 2018 al 31 marzo 2019 di utilizzare combustibili solidi negli impianti di riscaldamento di classe emissiva inferiore a 2 stelle nei Comuni che si trovano a una quota altimetrica inferiore ai 300m. Lo stop riguarderà i generatori con potenza termica nominale inferiore a 35kW, per quelle abitazioni dotate di un sistema alternativo di riscaldamento. Evitano il divieto gli impianti da due a cinque stelle. Dal 1° ottobre 2019 potranno essere installati solo impianti con classe pari o superiore a tre stelle.

 

 

 

Lombardia e Veneto

 

Anche in Lombardia la normativa per le caldaie prevede lo stop per i Comuni situati a fino a 300m di altitudine. Inoltre, il Protocollo per la Qualità dell’Aria della Regione Lombardia impone il divieto di servirsi di impianti a biomassa legnosa per il riscaldamento poco efficienti. Il divieto si estende per la stagione autunnale e invernale (1° ottobre-31 marzo). Questa restrizione è prevista soltanto in presenza di altri impianti di riscaldamento alimentati con combustibili regolamentati.

La Regione Veneto, con la deliberazione n.1909 del 29 novembre 2016, ha scelto di classificare i generatori di calore a biomassa legnosa con una potenza termica nominale inferiore a 35 kW, introducendo cinque classi di qualità. In base a questa classificazione, la normativa per impianti di riscaldamento del Veneto stabilisce lo stop in caso di raggiungimento del livello di criticità 2.

 

Lazio

 

La Regione Lazio ha scelto di concedere contributi per la sostituzione e la rottamazione dei vecchi impianti a biomassa legnosa, così da poterli sostituire con generatori di calore alimentati a biomassa legnosa a basse emissioni e alto rendimento. In questo modo sarà possibile acquistare un impianto di riscaldamento a biomassa ad alta efficienza, permettendo così di rientrare nell’ambito del Conto Termico 2.0.

 

Campania

 

Il Consiglio regionale della Campania lo scorso ottobre ha istituito il Catasto Energetico Regionale (=CER), che registra e permette di consultare i soggetti abilitati all’attività di controllo degli impianti di climatizzazione. Va sottolineato che tutte le normative per le caldaie a biomassa legnosa prevedono l’utilizzo di pellet di qualità certificata.

 

Conto Termico 2.0

 

Dal gennaio 2019 per poter rientrare nel Conto Termico 2.0 le caldaie e stufe alimentate a biomassa dovranno essere in possesso della certificazione ambientale, come ricorda il Gestore Servizi Energetici (=GSE). I produttori di impianti di riscaldamento dovranno richiedere il rilascio di certificazione ambientale all’organismo notificato, in ottemperanza al DM 186/2017.

 

Scritto da Jacopo Marenghi

Categoria di Biomassa: 
Pellet
Categorie altri prodotti: 
caldaie

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Pubblicato da Yuri Isoldi

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