
Il carbone di legna: passato e presente di un biocombustibile molto utilizzato in Italia
La figura del carbonaio si ricordacon un pizzico di nostalgia, un caposaldo della tradizione italiana. Un mestiere nobilitato dalla fatica di instancabili lavoratori che trasformavano il legno nell’ “oro nero” di un tempo:il carbone di legna. Oggigiorno primeggia un altro “oro nero”, più liquido e denso, ogni epoca ha le proprie offerte e necessità ma nonostante lo scorrere del tempo,il carbone vegetale ha mantenuto viva la sua domanda, magari ridimensionata, ma senza scomparire. La carbonella resta una fonte energetica primaria nei paesi in via di sviluppo per l’uso domestico e per l’industria e, nelle nazioni più ricche, è considerataun prodotto irrinunciabile per il tempo libero,un insostituibile compagno delle domeniche per una grigliata con la famiglia o con gli amici. In questo articolo scopriremo se il mercato italiano prevedeanche usi alternativi all’intrattenimento conviviale delle giornate di festa.
Il carbone di legna, conosciuto anche come carbone vegetale o “carbonella” non è altro che un combustibile derivato dalla trasformazione del legno. Si crea dalla carbonizzazione di questa materia prima, un processo naturale che avviene durante la sua combustione in presenza di una piccola quantità di ossigeno che la“consuma” lentamente. Un’alterazione che snellisce i tempi geologici, il carbone vegetale è infatti lo stesso risultato che madre terra crea nel sottosuolo in milioni di anni: una decomposizione organica che porta alla trasformazione della materia, “carbone” deriva infatti dal greco Karpho che significa “rendere asciutto, arido”.
Non è un caso se il carbone di legna è considerato un “combustibile della domenica”, adatto per i bracieri grazie alla lenta combustione e all’elevato potere calorifico. Per queste caratteristiche,il suo commercioin Italia è strettamente connesso al mercato dell’alimentazione come prodotto per la cottura su barbecue. Le vendite di questi ultimi anni registrano una richiesta maggiore da parte dei consumatori rispetto alla legna da ardere,per praticità e resa (la combustione del carbone vegetale è più lenta). La carbonella è considerata un prodotto facilmente reperibile in pratici sacchetti di varie misure nei supermercati, nelle ferramenta e nei negozi specializzati per la casa e il bricolage.
Come in tutta Europa, anche in Italia il mercato del carbone di legna è sempre più accurato e specializzato. Il consumatore ha la possibilità di scegliere un prodotto di qualità prestando semplicemente un minimo di attenzione prima dell’acquisto. Alcune qualità di carbone vegetale presenti in commercio potrebbero contenere plastica, petrolio o altre sostanze nocive. Per evitare il consumo di carbone di legna contaminato è possibile controllare ilmarchio di conformità presente sulla confezione: DIN EN 1860-2, il quale garantisce che il prodotto sia naturale al 100% senza la presenza di sostanze tossiche per l’uomo e per l’ambiente. Altro piccolo suggerimento per i consumatori è quello di leggere la provenienza del prodotto. Il certificato FSC aiuta l’individuazione delcarbone vegetale sostenibile proveniente da una gestione forestaleitaliana o europea. E’ bene sottolineare che il carbone di legna prodotto nelle zone tropicali certifica più difficilmente l’origine e la qualità del prodotto.
Il mercato italiano del carbone di legna ad utilizzo domestico è sempre più attento agli standard di qualità e di provenienza. Due esempi nazionali che hanno rilanciato il lavoro e la tradizione saldamente legate alla produzione di carbone vegetale sono quellidei parchi nazionali dei Monti Sibillini e quello del Gran Sasso-Monti della Laga. Le loro amministrazioni hanno incentivato un’attività economica strettamente connessa alterritorio riattivando delle carbonaie artigianali con i loro ritmi e i loro vecchi saperi. Una produzione su scala limitata, ma che rivela un forte segnale per il rilancio del mestiere e importante per la valorizzazione dell’area, un progetto virtuosoa cura della cooperativa“Cime Azzurre” di Arquata del Tronto che ne ha organizzato anche la distribuzione dei sacchi. Un metodo antico e raro quello delle carbonaie che porta ad un risultato di ottima qualità ben diverso da quello ottenuto dalla carbonizzazione del legno nei forni industriali. Il carbone di legnasi rivela come possibilità per l’economia locale e uno sgravio alle tonnellate di merce importata da migliaia di chilometri di distanza, principalmente dall’Indonesia e dall’Argentina.
Ma quali sono gli altri utilizzi del carbone di legna in Italia?
La carbonella per il picnic ma non solo. Il carbone di legna rientra a pieno titolo anche in altri settori. Per rimanere in tema alimentare, pochi sono a conoscenza del suo utilizzo nei forni a legna delle pizzerie (principalmente quelloprodotto con il legno di lentisco),in quanto consente di raggiungere in poco tempo una temperatura elevata. Dalla ristorazione locale alle industrie alimentari dove viene utilizzato come filtrante nella lavorazione di alcune bevande.
Il carbone di legna era molto richiesto dall’industria siderurgica fino agli anni Ottanta. Oggi continua ad essere consumato, anche se con volumi meno importanti. Il carbone vegetale viene ad esempio usato dall’industria farmaceutica per la sua capacità di assorbire facilmente i gas. Questa particolare caratteristica fisica ha un interessante risvolto anche per la salute e il benessere dell’uomo. Il carbone vegetaleè infatti una delle componenti principali della medicina omeopatica e viene utilizzato a scopo terapeutico soprattutto per la cura delle coliti grazie alla capacità di assorbire i gas intestinali.
Favorisce inoltre la pulizia da sostanze come le tossine, germi e batteri.
Scritto da: Elena Bittante