
Il calore della tradizione: il camino classico
Quando pensi al Natale qual è la prima cosa che ti viene in mente? L’albero! Sì, certo. La famiglia! Sì sì! Ma che ne dite di un bel camino scoppiettante? Quello sì che fa Natale. È come un caldo abbraccio che ti avvolge. Una coperta calda nei giorni in cui la neve batte più forte, un ritrovo per un’ottima cioccolata calda e perché no, un romantico tetê a tetê per due!
Il camino classico si presta ai più svariati usi e consumi ma quello che è innegabile è il suo senso di calore. Questo perché da secoli il camino classico è qualcosa che va oltre il concetto di sistema di riscaldamento; è un oggetto che si è trasformato da appendice presente in qualsiasi abitazione a vero e proprio oggetto di arredamento nei tempi più moderni.
Addirittura, una ricerca di settore nel 2013, dimostrò come le persone che utilizzano un camino classico ogni giorno per almeno 2 ore godano di minori livelli di stress rispetto a chi non lo possiede, o chi considera il camino classico alla stregua di un mobile. Altre teorie di pensiero più “mistiche” hanno scomodato addirittura la presenza di fantomatiche energie solari condensate all’interno del combustibile (in quanto l’energia solare che raggiunge gli alberi verrebbe da essi trasformata in legname) per spiegare gli effetti benefici sul nostro corpo; la legna bruciata nel camino “riaccenderebbe il sole immagazzinato nella pianta”.
Al netto delle teorie più o meno attendibili, possiamo affermare con certezza che il camino classico è il più longevo metodo di riscaldamento domestico, ed è il vero e proprio antenato dei moderni impianti con sifoni. In tempi antichi, infatti, il camino classico veniva installato in ogni stanza dell’abitazione dove era chiamato a svolgere le sue funzioni. Pare che l’invenzione del camino classico come lo intendiamo al giorno d’oggi si deva alla tribù dei Normanni, i quali erano alla ricerca di una soluzione che permettesse loro di convogliare i nocivi all’esterno della propria abitazione (che spesso, in quei tempi primordiali e ostili, era costruita con materiali pericolosamente infiammabili).
Vi era infatti la necessità di superare le precedenti concezioni relative all’utilizzo del fuoco inteso come fonte di illuminazione, riscaldamento e strumento per cucinare. Esempi si erano già avuti dapprima con i focolai paleolitici, passando poi per gli ipocausti di età romana (che rappresentano la prima sensazionale forma di “riscaldamento a pavimento” della storia dell’uomo) fino ad arrivare alle caminate medioevali e ai focolari domestici.
Nei focolari, ultimo “step” evolutivo prima dei camini classici, la combustione poteva avvenire in due modi; direttamente all’interno di una stanza adibita a “camino amplificato”, chiamata atrio (dal latino ater, annerito), oppure al centro della sala più grande della casa. Il fuoco acceso all’interno di queste stanze doveva in teoria contribuire al riscaldamento delle stanze attigue; più spesso dava origine a tragici incendi, quando non provocava malattie respiratorie anche gravi a causa della quasi totale assenza di espulsione dei nocivi. Unico sbocco per l’esterno dei fumi era infatti un piccolo foro praticato sulla sommità del tetto. I Normanni furono i primi ad introdurre la struttura che prevede la costruzione di una canna fumaria necessaria a convogliare i prodotti della combustione verso l’alto, dove la parte terminale del caminetto provvede ad eliminare i nocivi.
Nel camino classico il braciere, che è sostanzialmente il fronte principale del combustibile in reazione, diffonde il proprio calore in maniera aperta verso il centro della stanza; la fiamma diffonde quindi il proprio potere calorifico principalmente per irraggiamento termico. I primi camini normanni erano completamente aggettanti dalla parete dove erano collocati; la stessa inoltre ne costituiva anche il fondo. Le loro dimensioni erano notevoli e spesso avevano problemi di tiraggio per la mancanza di un sistema di fianchi protetti, il che causava diffusione di fumo nei locali. Il problema venne risolto parzialmente intorno al 1300, quando alcuni costruttori cominciarono a ridurre le dimensioni dei camini e ad inserirli all’interno dei muri. Venne a crearsi però un ennesimo problema dato dal grande spessore che dovevano avere questi camini, che ne rendeva difficoltosa la realizzazione nei piani alti delle case.
Per questo si decise quasi subito di ovviare al problema scegliendo una soluzione di compromesso, perché come sempre “in medio stat virtus”; i camini classici cominciarono ad essere inseriti per metà dello spessore del muro, in modo tale da poterne ridurre ingombro e difficoltà di installazione nelle abitazioni con muri di minor spessore. Col tempo poi altre innovazioni hanno permesso che la fruizione del camino diventasse sempre più comoda; da ricordare l’invenzione della tecnica del tiraggio inverso da parte del produttore francese Dalesme nel 1686, seguita dall’invenzione della presa d’aria esterna di Gaucher datata 1714 (la quale evita che i locali si raffreddino per il risucchio di aria dagli infissi), ma le più importanti furono senza dubbio quelle di Benjamin Franklin e Benjamin Thompson, che grazie ai loro studi riuscirono a determinare il principio di proporzionalità tra bocca del camino e altezza della canna fumaria (che porterà alla riduzione delle dimensioni delle canne fumarie e all’impiego di superfici lisce per la costruzione delle stesse) e all’invenzione del calorimetro, di quello strumento cioè in grado di misurare il calore di combustione di legna, carbone e altri materiali.
I camini, inoltre, furono riprogettati in seguito ai loro studi in modo che avessero una minore profondità e una maggiore inclinazione delle pareti laterali per la massimizzazione dell’irraggiamento calorifico verso l’ambiente.
Si arriva quindi ai giorni nostri, dove il camino classico ha conosciuto momenti di crisi dovuti al boom di vendite delle stufe (più performanti dal punto di vista dell’efficienza calorifica) e alla scoperta e implementazione di nuovi combustibili e nuove tecniche di combustione. Tuttavia, il camino non è mai scomparso completamente dalle nostre case, riuscendo a rinnovarsi grazie alle ultime scoperte tecnologiche e a ridurre il gap esistente in termine di comodità rispetto alle altre forme di riscaldamento domestico.
Scritto da Gianluca Valla