
Cosa sono le biomasse e come utilizzarle per produrre energia
Lun, 26/06/2017 - 07:22 0 commenti 8293 views
Quando dobbiamo decidere per l’acquisto del combustibile per la nostra stufa, ci troviamo davanti ad una vasta gamma di prodotti tra cui scegliere. Le tipologie di biomasse sono davvero tante e per risparmiare, ottenendo il miglior risultato, ci si informa sulle varie possibilità di acquisto. In questi casi è però necessario riflettere e capire bene di cosa stiamo parlando. Infatti si parla spesso e volentieri di biomasse, sia a livello privato che industriale, ma siamo a conoscenza di cosa si intenda effettivamente per biomasse?
È il caso di fare un breve excursus per spiegare in modo facile e veloce cosa sono le biomasse.
Cosa sono le biomasse?
Si definisce biomassa qualsiasi prodotto derivante dalla coltivazione agricola, qualsiasi residuo dell’industria della lavorazione del legno e della carta, tutti i prodotti organici derivanti dall’attività biologica degli animali e dell’uomo, come quelli contenuti nei rifiuti urbani.
Cercando una definizione più generale, si può dire che la biomassa è tutto ciò che abbia un’origine animale o vegetale, che viene prodotto sulla Terra in base a un ciclo vitale. Si definisce quindi biomassa qualsiasi sostanza di origine organica, vegetale o animale, destinata a fini energetici.
Le biomasse provengono essenzialmente da tre filiere: legno, agricoltura e filiera degli scarti.
Le biomasse comprendono:
- legna da ardere;
- residui di attività agricole e forestali;
- scarti delle industrie alimentari;
- liquidi reflui derivanti dagli allevamenti;
- alghe marine.
Ma non è finita qui. Sono comprese anche piante specificamente coltivate per la produzione di energia e rifiuti organici urbani.
La trasformazione in energia
Le biomasse sono impiegate per produrre bioenergia termica o elettrica e per alimentare in modo pulito i mezzi di trasporto.
I biocombustibili sono i combustibili solidi, liquidi o gassosi derivati direttamente dalle biomasse (la legna da ardere, per esempio, è un biocombustibile solido che non ha bisogno di trasformazioni per essere utilizzato), oppure ottenuti tramite processi di trasformazione.
Rientrano in questa seconda categoria:
- il cippato (legno sminuzzato ottenuto da residui di potature boschive, agricole o urbane, ramaglie e sottoprodotti delle segherie) e i pellets (piccoli cilindri ottenuti pressando segatura e polvere di legno);
- il biodiesel e il bioetanolo;
- il biogas.
Per venire utilizzate alcune biomasse devono prima essere trasformate attraverso processi che dipendono dalla loro composizione. Tra le biomasse utilizzate ci sono anche i rifiuti solidi urbani che così non vengono messi in discarica ma valorizzati.
Vediamo alcuni esempi di trasformazione:
- Una biomassa composta da molto carbonio (C) e poca acqua (H2O) è adatta per essere bruciata per ottenere energia termica (calore) o energia elettrica (elettricità).
- Una biomassa umida e contenente molto azoto (N) può essere sottoposta a processi biochimici quali la digestione anaerobica che trasformano le molecole organiche in metano e CO2.
- Da un processo di fermentazione degli zuccheri in alcool etilico si possono ottenere combustibili verdi da usare nei motori a benzina o a diesel.
- Da un processo di esterificazione degli oli a partire da particolari colture vegetali come la barbabietola, il sorgo, la soia, i girasoli e la palma d’olio si ottengono biocombustibili.
Un capitolo a parte meritano i termovalorizzatori. Questi sono degli impianti che forniscono energia elettrica e termica utilizzando come fonte energetica la parte dei rifiuti che non può essere recuperata o riciclata. I rifiuti appositamente preselezionati e trattati vengono impiegati come combustibile: bruciando generano vapore che aziona una turbina collegata a un alternatore e producono energia elettrica.
Impatti sull’ambiente
Le biomasse rappresentano una preziosa risorsa energetica alternativa. Eppure dobbiamo imparare ad utilizzarle in modo più efficiente, per limitare anche i possibili danni ambientali. E’ il monito che emerge dal dossier “Bionergie in Europa in una prospettiva di efficienza delle risorse”, realizzato dall’Agenzia europea per l’ambiente (EEA).
Per i combustibili, l’EEA raccomanda caldamente l’utilizzo dei rifiuti organici e dei residui agro-forestali. Non richiedono il consumo di nuova terra, diminuiscono gli sprechi idrici e riducono l’emissione di gas serra.
Il fatto che l'energia dalle biomasse si basi soprattutto sugli scarti di produzione delle attività produttive è un'ulteriore vantaggio economico e sociale in quanto il settore riutilizza e smaltisce rifiuti in modo ecologico.
La Finlandia rappresenta l'esempio più calzante per descrivere l'importanza delle biomasse e le possibilità di utilizzo. Gran parte degli scarti della lavorazione della carta e del legno dell'industria finlandese sono destinati alle centrali termiche per produrre energia dalle biomasse. Evitando in questo modo di dover stoccare gli scarti in discariche o pagare per il loro incenerimento.
Quello che un tempo era un costo da sostenere si è oggi trasformato in un'opportunità da non perdere e da sfruttare per produrre preziosa energia.
I residui agro forestali: la potatura della vite
Il miglior metodo per rispettare l’ambiente, e allo stesso tempo risparmiare nell’acquisto di biomasse, è quello di concentrarsi sui residui agro forestali, specialmente nei periodi di potatura.
I residui delle potature della vite (sarmenti) costituiscono usualmente un problema e allo stesso tempo comportano un costo per il relativo smaltimento. In realtà queste biomasse di scarto, se valorizzate da un punto di vista energetico, si trasformano in sottoprodotti interessanti e in potenziale veicolo di abbattimento dei costi e di reddito accessorio nella gestione delle attività della filiera vitivinicola.
La pratica di utilizzare i sarmenti della vite per riscaldare gli edifici garantisce la produzione energetica a bilancio neutro di anidride carbonica e permette di risparmiare, nello specifico, l’emissione in atmosfera di circa 4.800 tonnellate all’anno di CO2. Inoltre le ceneri prodotte a seguito della combustione vengono riutilizzate come fertilizzante agricolo.
La filiera degli scarti delle potature
La filiera di recupero energetico degli scarti di potature presenta i seguenti vantaggi:
- risparmio di energia da fonte primaria fossile;
- vantaggio economico per le aziende agricole;
- sviluppo dei sistemi di conversione dell’energia da biomassa;
- sviluppo dell’indotto legato alla filiera.
Tale filiera deve essere comunque ottimizzata, soprattutto per quanto riguarda la fase di raccolta delle potature, aspetto più critico, dipendente dal tipo di potatura e dalle esigenze di essiccazione della biomassa.
Scritto da Gianclaudio Iannace
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