
Aziende agricole e nuove opportunità: biomasse energetiche ed economia circolare
Due driver della new economy, ovvero la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’economia circolare, stanno vedendo grande protagonista l’agricoltura, ritenuta, impropriamente, un settore poco propenso all’innovazione. Le biomasse energetiche sono infatti diventate, per le aziende agricole, una fonte d’integrazione del loro reddito.
In 10 anni, in Italia, i soli impianti a biogas si sono decuplicati e funzionano utilizzando residui organici provenienti dagli scarti vegetali e animali prodotti da aziende agricole e zootecniche. L’Italia è diventato il II° paese EU per numero d’impianti a biogas, oltre 1500, con una potenza complessiva istallata di 1200 MW e, di questi, l’80% sono collegati ad aziende agricole, diventando pertanto un importante voce di integrazione del loro reddito.
L’utilizzo finalizzato alla produzione di energia, incentivato dall’attuale normativa, di sottoprodotti quali deiezioni animali, scarti colturali, scarti delle lavorazioni agroindustriali, rappresenta la valorizzazione di ciò che, altrimenti, sarebbe stato solo uno scarto.
Anche per gli impianti a biomassa le potenzialità di reddito integrativo, per le aziende agricole o boschive, sono enormi.
Prendiamo ad esempio una delle eccellenze dell’agricoltura italiana: il settore della viticoltura.
800.000 ettari coltivati in Italia che producono ogni anno 2 ton. di sarmenti per ettaro che significa in totale 1,6 ml di tons, quanto basterebbe ad alimentare centrali a biomasse per 130 MW di produzione elettrica o a produrre quasi il 60% di tutto il pellet che si consuma in Italia (1° consumatore in EU di pellet); c’è insomma un potenziale altissimo, se consideriamo tutte le produzioni e i processi produttivi possibili per il settore agricolo e forestale.
Perché il sistema delle aziende agricole possa cogliere a pieno questa opportunità, bisognerà passare però da un processo di produzione lineare, ad una economia circolare.
L’economia circolare è una strategia di efficientamento dell’utilizzo delle risorse che tende ad azzerare la gestione dei rifiuti, e può essere vantaggiosamente applicata nel complesso dei processi agricoli, utilizzando gli scarti dei singoli processi per ottenere una maggiore produttività ed un minore impatto ambientale, trasformando ad esempio i rifiuti in energia o in fertilizzanti.
Il settore agricolo rappresenta, in quanto parte rilevante del sistema economico europeo, uno dei protagonisti di questo cambiamento di paradigma.
Bisogna però che “l’informazione” relativa a questi sottoprodotti, sia resa disponibile verso quanti più utilizzatori possibili.
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Scritto da Gianclaudio Iannace