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Divieto dal 1 ottobre di accendere vecchie stufe e caminetti aperti anche a Piacenza

Non si starà esagerando con le restrizioni ambientali?
 
Giro di chiave della Regione per combattere lo smog ordinando lo spegnimento di caminetti e piccole caldaie vecchie o poco efficienti.
Da lunedì 1 ottobre, e fino al 31 marzo 2019, la Regione Emilia Romagna conferma la restrizione per i camini aperti tradizionali (senza sportello a chiusura della sede di fiamma) e le caldaiette con efficienza energetica inferiore al 75%.
Il divieto riguarda però solo le abitazioni dotate di sistemi alternativi di riscaldamento (ad esempio i termosifoni), nelle aree sotto i 300 metri di altitudine. Sono comunque esclusi i Comuni montani per il loro intero territorio.
Nessuna limitazione o divieto d’uso dei caminetti tradizionali, delle stufe o “caldaiette” quando costituiscono il solo impianto di riscaldamento dell’abitazione o dei locali interessati. Quindi, se in casa non ci sono termosifoni o altri tipi di impianti di riscaldamento, i caminetti possono essere accesi e utilizzati.
Allo stesso modo, nessun divieto su utilizzi che non siano esclusivamente per riscaldamento domestico. Piena libertà di accensione e utilizzo, quindi, per cucinare cibi o per fini commerciali in tutto il territorio regionale, senza alcun rischio di spegnimento per pizzerie, ristoranti, ecc.
Infine, utilizzo libero per gli impianti a biomassa (legna o pellet) di classe 2 stelle o superiore (la classe di appartenenza è indicata nella documentazione fornita dal costruttore e consegnata all’acquisto), nei quali rientra la stragrande maggioranza di quelli recenti o di nuova installazione come quelli acquistati con il contributo del Conto termico nazionale, che incentiva interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni.
Dal 1^ ottobre 2018, e per il periodo autunno-inverno, fino al 31 marzo 2019, si confermano pertanto le restrizioni già in vigore nel 2017 per i camini aperti tradizionali (senza sportello a chiusura della sede di fiamma) e le “caldaiette” con efficienza energetica inferiore al 75%, ossia quelle meno efficienti e più inquinanti, di classe “1 stella”. Il divieto riguarda però solo le abitazioni dotate di sistemi alternativi di riscaldamento (ad esempio i termosifoni), nelle aree situate sotto i 300 metri di altitudine. Sono comunque esclusi i Comuni montani per il loro intero territorio.
L’obiettivo è quello di ridurre progressivamente l’utilizzo dei vecchi caminetti, altamente inquinanti. Per questo, dal 1^ ottobre 2018 si possono installare solo impianti di classe 3 o superiore e dal 1^ gennaio 2020 si potranno installare solo impianti di classe 4 o superiore.
Una transizione necessaria. Il caminetto aperto di vecchia generazione è infatti una importante fonte di inquinamento. In Emilia-Romagna oltre il 50% delle emissioni di Pm10 è dovuto al riscaldamento domestico a biomassa. Le emissioni di un camino aperto tradizionale sono stimate in 2.880 tonnellate di Pm10 all’anno e quelle di una stufa a legna di 1.228, a fronte delle 17 tonnellate all’anno degli impianti a metano (dati 2013 Inventario emissioni di Arpae).
 
 
 
Piacenza 24

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Pubblicato da Debora De Carlo