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Conviene la stufa a pellet o il termocamino?

7 Gennaio 2020 | Autore: Carlos Arija Garcia
 
 
Quale dispositivo scegliere come alternativa al riscaldamento a gas? Si possono utilizzare anche per l’acqua calda? Ci sono delle detrazioni?
 
Le bollette del gas ti rovinano la giornata ogni volta che arrivano? Ogni volta che apri la busta con la fattura di quello che consumi di riscaldamento pensi che sia arrivato il momento di passare ad una soluzione alternativa. E ti chiedi se, a questo punto, conviene la stufa a pellet o il termocamino. Tutti e due riscaldano l’ambiente, entrambi possono essere collegati all’impianto di riscaldamento per non utilizzare il gas e mantenere la casa ad una temperatura confortevole. Ma quale conviene di più in termini economici a parità di resa?
 
Spesso questa scelta viene fatta per una questione estetica: l’idea dell’angolo con il camino in cui brucia la legna crea un’atmosfera particolare. Ma volendo, anche la stufa a pellet può liberare una fiamma alta che arreda determinati ambienti. Altre volte bisogna fare i conti con i locali: il termocamino vuole un posto fisso in un muro, la stufa a pellet la si può collocare ovunque. Va da sé che in entrambi i casi ci vuole la possibilità di scaricare agevolmente i fumi. A questo punto, la differenza la possono fare i soldi: conviene la stufa a pellet o il termocamino? Quanto costa installare l’una e l’altro e quanto si spende in legna o in pellet per compensare la bolletta del gas? Vediamo.
 
 
Termocamino: cos’è e come funziona?
 
 
Abbiamo lanciato l’idea di un termocamino a legna che arreda e scalda l’atmosfera in qualsiasi locale. In realtà, il termocamino può essere alimentato anche a pellet, ma rappresenta sempre una soluzione alternativa al riscaldamento tradizionale a gas o a gasolio.
 
A differenza di quello tradizionale, il termocamino ha una camera chiusa con uno sportello richiudibile di vetro temprato. Il che consente di avere un’efficienza maggiore a livello di prestazione energetica, grazie anche a determinati dispositivi che evitano la dispersione del calore.
 
Il termocamino, sostanzialmente, funziona ad aria o ad acqua. Il primo è dotato nella sua struttura di bocchette da cui fuoriesce l’aria riscaldata nella camera di combustione. L’aria circola tramite ventilazione forzata e poi viene espulsa tramite le bocchette per riscaldare il locale. Tuttavia, è possibile anche creare una rete di tubature nella casa per portare il calore sprigionato da altri bocchettoni. Insomma, riscaldamento ovunque.
 
Quello ad acqua, invece, si collega alla rete idrica e diventa un’alternativa alla caldaia a gas. Il sistema si basa su uno scambiatore di calore che manda l’acqua riscaldata dal termocamino ai caloriferi o all’impianto a pavimento.
 
In altre parole: il combustibile del termocamino ti garantisce il riscaldamento al posto del metano. Inoltre, viene riutilizzata una parte del calore dei fumi di scarico per non disperdere l’acqua contenuta nell’intercapedine della canna fumaria.
 
 
Termocamino: quanto costa?
 
 
Tutto molto bello finora. Ma quanto costa un termocamino? Bisogna valutare, intanto, l’installazione. Se si ha un vecchio e tradizionale camino a legna, con tanto di canna fumaria già funzionante, basta adattarlo con lo sportello di vetro. Occorrerà, poi, fare le bocchette o nel locale del camino oppure negli altri locali della casa se di decide di mettere altre tubature per ovviare i termosifoni. Se, invece, il camino non c’è, bisogna partire da zero, con le conseguenti opere di muratura per prevedere il buco del termocamino, canna fumaria, bocchettoni, ecc.
 
A seconda di quello che si vuole (perché l’estetica e l’efficienza hanno i loro costi) si va dai 2.500 euro fino agli 8.000 euro circa. Più il costo del combustibile. Se l’installazione rientra in un contesto di ristrutturazione edilizia, si può beneficiare della detrazione del 50%.
 
 
Stufa a pellet: che cos’è e come funziona?
 
 
Qui il concetto cambia. Stiamo parlando di un apparecchio autonomo, da acquistare e piazzare nel locale più adatto (purché abbia la possibilità di scaricare i fumi). Niente opere di muratura, dunque. Per il resto, la stufa a pellet può avere le stesse prestazioni del termocamino: il pellet brucia nella camera di combustione e scalda il locale in cui si trova la stufa. Oppure, collegandolo ad una caldaia, scalda l’acqua dei termosifoni e quella dei servizi (lavandino della cucina o doccia). Insomma, si sostituisce in tutto e per tutto al gas.
 
 
In termini tecnici, per così dire, la quantità di pellet che la stufa getta di volta in volta nel bruciatore viene calcolata in modo elettronico. Quando l’apparecchio raggiunge la temperatura giusta, dosa la quantità di combustibile in maniera tale da mantenere il calore desiderato.
 
Occorrerà ogni giorno pulire il bruciatore interno e, ogni tanto, svuotare la cenere che si deposita nel cassetto inferiore. Va detto che per pulire il bruciatore c’è bisogno di un apposito aspiratore. Non usare il folletto, insomma: potresti buttarlo via nell’arco di poco tempo.
 
A differenza del termocamino, la stufa a pellet può essere programmata. Chi, ad esempio, lavora fuori tutto il giorno ma vuole trovare la casa calda al suo rientro può caricare il pellet nella stufa prima di partire e programmare la partenza ad una certa ora. Così come chi vuole uscire la sera sapendo di far tardi ma non vuole lasciare la stufa accesa oltre una certa ora, può programmare lo spegnimento. Questo è decisamente un punto a favore della stufa a pellet rispetto al termocamino.
 
 
Volendo segnare, invece, un punto a favore del termocamino, dobbiamo dire che la stufa a pellet funziona con la rete elettrica. Il consumo non è eccessivo, ma lo si trova comunque nella bolletta della luce.
 
 
Stufa a pellet: quanto costa?
 
 
Al di là della corrente elettrica che, come detto, non è un peso eccessivo sulla bolletta della luce, la stufa a pellet ha sostanzialmente due costi: l’acquisto dell’apparecchio vero e proprio e il combustibile.
 
Per quanto riguarda la stufa in sé, a seconda della tipologia (ad aria o ad acqua, canalizzata o non) il prezzo può andare mediamente da 400 a 5.000 euro. A ciò bisogna aggiungere dai 100 ai 2.000 euro di installazione (sempre a seconda della tipologia di stufa scelta) e un altro centinaio di euro per la posa dei tubi per l’uscita dei fumi.
 
Anche il costo del pellet varia a seconda della tipologia. Quello più valido, proveniente dall’Austria o dall’Alto Adige, si aggira sui 4,70-5 euro per il sacco standard da 15 kg. Attenzione, però: ordinare un bancale da 70 sacchi ad aprile o maggio per la stagione invernale successiva consente di stare su questi prezzi. Ordinarlo a settembre, comporterà sicuramente un sovrapprezzo.
 
È importante ricordare che anche chi acquista una stufa a pellet può beneficiare delle detrazioni fiscali. Sarà del 50% se si rientra nel contesto di una ristrutturazione edilizia e del 65% se l’acquisto è fatto per un maggiore efficientamento energetico. I soldi si recuperano in 10 quote annuali di pari importo.
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Pubblicato da Gianclaudio Iannace