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Conosciamo davvero la carbonella?


Alessio Mencarelli, Raffaele Cavalli, Rosa Greco
Lab. Analisi BioCombustibili
Dipartimento TESAF


Il carbone vegetale, o carbonella, è un materiale ampiamente utilizzato sin dai tempi antichi e tuttora largamente usato n molti paesi con impieghi che spaziano dall’uso domestico per la cottura dei cibi ad applicazioni industriali.

Tuttavia, diversi aspetti legati a questo materiale, tra cui i processi produttivi, l’approvvigionamento, il commercio internazionale e le sue caratteristiche qualitative, risultano essere ancora poco approfonditi.

Produzione della carbonella

Il prodotto si ottiene mediante un processo pirolitico, con la combustione della legna in ridotta presenza di ossigeno ed apportando energia dall’esterno, in un luogo chiuso come ad esempio un forno. La scarsa presenza di comburente comporta una combustione incompleta della biomassa legnosa ed una sua scomposizione chimica dalla quale si ottiene una miscela di gas, di liquidi ed il carbone vegetare vero e proprio. I rendimenti variano dal 10% al 30% circa, a seconda della tecnica produttiva impiegata.
Infatti, pur essendo il principio di produzione generalmente comune tra le diverse tecniche, le modalità che possono essere applicate si differenziano spesso in base al contesto socio-economico in cui la produzione è realizzata. Ad esempio, nei paesi dell’Africa o dell’America Latina, vista la grande disponibilità di manodopera a basso costo, si fa spesso ricorso a tecniche produttive tradizionali caratterizzate da un’elevata semplicità dal punto di vista tecnologico e dai costi contenuti. La produzione, infatti, avviene all’interno di forni rudimentali realizzati in cumuli sul terreno o con mattoni ottenendo un materiale in genere di scarsa qualità per via della carbonizzazione incompleta della biomassa legnosa, che si abbina anche a una resa ridotta.
D’altra parte, i moderni processi industriali si avvalgono di forni in acciaio di grandi dimensioni in cui è possibile regolare e controllare i processi interni. Questi sistemi garantiscono delle efficienze maggiori e la possibilità di ottenere un prodotto qualitativamente migliore, basandosi sull’utilizzo di strumentazioni più sofisticate e processi meccanizzati, abbinati però a un aumento dei costi e delle tempistiche.

Provenienza

La maggior parte della carbonella comunemente reperibile in Italia presenta una provenienza incerta e la quasi totalità del materiale commercializzato ha un’origine esterna all’Unione Europea. Infatti, molto di questo deriva dalle foreste tropicali dell’Africa, dell’America Latina e del sud-est asiatico dove la produzione può comportare forti ripercussioni sui fragili ecosistemi locali.
Facendo riferimento ai dati medi annuali forniti dalla FAO, nel periodo compreso tra il 2000 e il 2019, l’Italia si colloca tra i 15 principali importatori a livello globale di carbone vegetale, con una media di 59 Mt/anno di materiale importato.


Figura 1 - Maggiori importatori a livello globale dal 2000 al 2019 (dati FAO)

 

Dal punto di vista produttivo, invece, la scena mondiale è dominata da nazione come Brasile (644 Mt/anno), Nigeria (388 Mt/anno) ed Etiopia (371 Mt/anno).
Tuttavia, molta della produzione di questi stati è destinata a soddisfare la propria domanda interna e di conseguenza quando si valutano le esportazioni internazionali sono altre nazioni quelle che primeggiano.
Tra queste, ad esempio, vi sono l’Indonesia (255 Mt/anno), il Paraguay (127 Mt/anno) e la Birmania (117 Mt/anno) che destinano la maggior parte del materiale ai Paesi più industrializzati come Germania (182 Mt/anno), Giappone (144 Mt/anno) e Stati Uniti (69 Mt/anno).

Aspetti qualitativi della carbonella

La qualità della carbonella comunemente impiegata per il barbecue può essere determinata facendo riferimento ad una specifica norma tecnica, ovvero la UNI EN ISO 17225-1:2014.
La norma riporta tra i parametri da sottoporre ad analisi il carbonio fisso, il contenuto in ceneri, il contenuto idrico, la granulometria, le sostanze volatili e la densità apparente. Ad oggi, nonostante la grande diffusione della carbonella, i test effettuati dai produttori e venditori sono scarsamente diffusi. I dati stessi, oltre che i report di analisi, non sono facilmente disponibili per i consumatori finali, comportando così la possibilità di acquistare un materiale di qualità incerta.
Risulta allora quanto mai opportuno poter adottare una campagna di analisi sui prodotti presenti sul mercato finalizzata anche alla definizione di un marchio di qualità che possa essere di garanzia non solo per il consumatore, ma anche per l’ambiente.
Il Laboratorio Analisi Biocombustibili a tal proposito sta conducendo uno studio mirato a un approfondimento e alla valorizzazione delle conoscenze dal punto di vista qualitativo. Nella tabella 1 sono riportati alcuni dei principali parametri che sono stati determinati su cinque campioni. In particolare, sono stati esaminati campioni di carbonella proveniente dal Sud America e dall’Europa, per quattro dei quali era nota la specie legnosa di origine.
Da questa prima serie di analisi è possibile evidenziare come la provenienza e la specie legnosa si dimostrino due parametri importanti data la loro influenza sul potere calorifico.
Questa considerazione sostiene l’importanza di porre in risalto le caratteristiche qualitative del materiale impiegato per la cottura dei cibi e di pervenire alla definizione di un marchio di qualità.



Specifiche e classificazione della carbonella

 

 

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Pubblicato da Gianclaudio Iannace