Stufa in ghisa: tra tradizione e innovazione 

Stufa in ghisa: guida all'acquisto

 

 

La stufa in ghisa è un evergreen, ovvero, un prodotto intramontabile che possiede caratteristiche così particolari da riuscire ancora ad esercitare il suo fascino, nonostante sia in circolazione da quasi quattro secoli. Ovviamente, in 400 anni di storia, la forma e le caratteristiche della stufa in ghisa sono cambiate, sebbene il cuore sia rimasto lo stesso. Costituita da una lega di ferro e carbonio, la stufa in ghisa è formata da parti componibili fissate tra di loro con mastice e bulloni, che danno vita ad una struttura in grado di sfruttare al massimo il combustibile che decidiamo di utilizzare per alimentarla, sia questo legno (quercia, faggio e frassino sono particolarmente indicate perché poco resinosi), che pellet. Entrambi questi combustibili infatti riescano a sfruttare il meccanismo della doppia combustione tipico della stufa in ghisa, che permette di utilizzare in maniera ottimale il calore sprigionato dal combustibile.

Ma perché scegliere una stufa in ghisa rispetto ad una normale stufa in acciaio? Efficace, duratura, intramontabile e versatile, la stufa in ghisa è un valido alleato per chi decide di tagliare i costi delle spese domestiche, soprattutto nei periodi invernali. La ghisa infatti, proprio per le sue peculiarità, riesce a convogliare in maniera ottimale il calore, sprigionandolo nell’ambiente circostante in maniera graduale ed omogenea (irraggiamento) anche diverso tempo dopo l’esaurimento del combustibile, sia questo legno o pellet. La capacità della ghisa poi di sopportare altissime temperature, la rende particolarmente predisposta ad una lunga durata, difficile da trovare in prodotti di nuova generazione. Queste sue caratteristiche, ovvero il riscaldamento per irraggiamento e la particolare durevolezza del prodotto, sono fortemente dipendenti dal peso della stufa. In altre parole, una maggiore densità (ovvero un maggiore peso specifico dei componenti della stufa) equivale ad una maggiore massa d’accumulo termico e ad una maggiore durevolezza del prodotto. La stufa in ghisa insomma, è fatta per durare, a patto ovviamente che si sappia scegliere il prodotto giusto, e che lo si sappia conservare in maniera appropriata. 

Quando ci approcciamo all’acquisto di una stufa in ghisa infatti, la prima cosa a cui bisogna prestar attenzione è la qualità del materiale, che non deve presentare crepe né incongruenze, le quali sono sintomo di leghe di bassa qualità che porteranno inevitabilmente al danneggiamento della stufa dopo qualche anno di lavoro. Altro particolare da tenere presente al momento dell’acquisto è la corretta sigillatura dei suoi componenti e l’aderenza delle guarnizioni, particolari che ci permettono di capire l’attenzione prestata nel suo assemblaggio.

Se, si seguono questi piccoli accorgimenti, anche le operazioni di manutenzione della stufa in ghisa risulteranno assai ridotti e si limiteranno a quelli dettati dal buon senso, come la pulitura annua della canna fumaria, la rimozione di sedimenti di cenere dall’apposito cassetto interno per mantenere un rendimento ottimale, l’evitare di sovraccaricare troppo la stufa e di bruciarvi materiale non appropriato come plastica o cartone o legno particolarmente resinoso o troppo umido. Anche il carico di lavoro deve essere graduale. Sebbene non strettamente necessario, è consigliabile infatti effettuare un “rodaggio” della stufa prima di farla lavorare ad alte temperature. Questo per fare sì che la stufa in ghisa con i suoi vari componenti si abitui a poco a poco a sopportare temperature sempre più alte, in modo tale da evitare così fratture e dilatazioni termiche. Dopo qualche anno di lavoro inoltre è opportuno fare un controllo anche delle guarnizioni e applicare, dove necessario, del nuovo mastice refrattario, per evitare perdite di fumo e cali di prestazioni della stufa. Anche nella peggiore delle ipotesi inoltre, ovvero nel caso in cui si trovi una crepatura o un qualsiasi altro tipo di danno che influisca sul rendimento o sulla sicurezza della stufa, è possibile intervenire cambiando esclusivamente il pezzo danneggiato e salvando tutto il resto. Questa intercambiabilità dei componenti della stufa in ghisa la rendono di una durevolezza virtualmente infinita.

 

Come abbiamo visto dunque la scelta di una stufa in ghisa di ottima qualità ci risparmierà molti problemi futuri, limitando sia lavori di manutenzione, che riducendo il pericolo di danneggiamenti. Per quello che riguarda il prezzo della stufa in ghisa, questo oscilla tra i 400 Euro per un modello base di piccole dimensioni, composto esclusivamente dalla bocca di carico per scaldare l’ambiente, per superare i 6000 Euro per un modello con forno interno e piastre di cottura. A questo poi si aggiunge la caratteristiche delle rifiniture esterne ed interne, le dimensioni della stufa, la potenza, la qualità della lega, il peso e così via .

In conclusione, dunque, è possibile affermare che la stufa in ghisa è un prodotto perfetto per chi cerca una soluzione ideale che coniughi il fascino intramontabile di un prodotto con una lunga storia alle spalle e prestazioni all’avanguardia. Ideale per riscaldare l’ambiente domestico o anche per cucinare la stufa in ghisa, indifferentemente dalle dimensioni e dal modello, si adatta perfettamente sia all’ambiente rustico che a quello moderno, sia alla casa in campagna che all’appartamento in città, delineandosi come una soluzione ecosostenibile ad alte prestazioni e facile da installare.

 

 

Scritto da Leandro Loriga

 
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Pubblicato da GIANCLAUDIO IANNACE