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Pellet e COVID 19 : davvero il consumo del pellet contribuisce all'incremento delle polveri e alla diffusione della epidemia?

Consumo del Pellet e COVID 19 c'e' qualche correlazione?

 

Per particolato si intende l'insieme delle sostanze sospese in aria di dimensioni che variano da pochi nanometri (nm) fino a 100 micrometri (µm). Negli ultimi mesi il particolato è tornato nuovamente a fare discutere, portando in primo piano speculazioni inerenti le polveri sottili (PM10), ovvero uno delle varie frazioni in cui viene classificato il particolato (pari al 50% per il diametro aerodinamico di 10 µm), ed il loro ipotetico contributo per la diffusione del COVID-19. Ad oggi la grande maggioranza delle polveri sottili viene prodotta da sistemi di riscaldamento residenziale, e se facciamo riferimento al fatto che l’Italia è un avida consumatrice di biomassa a base legnosa (vedi Perché in Italia si continua a importare tanta legna da ardere?) l’accusa non può che cadere anche su tutti coloro che fanno dei sistemi di riscaldamento a biomassa una fonte energetica affidabile per il proprio sostentamento e benessere. Data la sua ampia diffusione il pellet non può che essere considerato dunque uno dei principali responsabili della corrente situazione, che fa ad oggi dell’Italia la terza nazione al mondo per numero di contagiati.

In questo breve articolo prenderemo in considerazione la relazione tra pellet e covid 19 e vedremo se davvero il consumo del pellet contribuisce all'incremento delle polveri e alla diffusione della epidemia, sfatando i principali equivoci in materia.

 

Luoghi comuni e Fake News: pellet e covid 19

Prima di analizzare i principali luoghi comuni inerenti pellet e covid 19 è bene specificare fin da subito che questi due termini non devono essere correlati, in quanto non vi è nessuna evidenza scientifica del fatto che pellet e covid 19 abbiamo qualche tipo di rapporto reciproco.

Detto questo è ora possibile procedere con un’analisi più dettagliata.

 

  • Le polveri sottili prodotte da sistemi di riscaldamento residenziale contribuiscono a veicolare il virus accelerandone la diffusione e dunque la contagiosità.

 

Per contagiosità si intende la capacità di un agente patogeno di passare da un soggetto portatore ad un ospite recettivo. Questa capacità dipende da vari fattori come ad esempio la resilienza nell’ambiente dell’agente patogeno (ovvero la sua capacità di sopravvivenza), oppure la quantità trasmessa dello stesso agente patogeno (ovvero la sua capacità di suscitare una reazione nell’organismo ospite). A tal proposito non è stata riscontrata alcun legame tra il livello di polveri sottili presenti in un determinato ambiente ed il rispettivo numero di contagiati. I dati a disposizione al momento infatti mostrano focolai di diversa intensità in zone con diversi livelli di inquinamento atmosferico. Ad oggi dunque sappiamo per certo che il COVID-19 è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona infetta.

 

  • Pellet e covid 19.  Il pellet è tra i principali responsabili dell’immissione nell’atmosfera di polveri sottili, il che contribuisce ad un generale deterioramento della salute del soggetto, portando l’individuo a sviluppare una maggiore vulnerabilità al virus.

 

Pellet e covid 19 come già detto non sono due termini che devono essere associati. Il pellet, come la legna da ardere o qualsiasi altro tipo di biomassa sono ad oggi tra le fonti di energia rinnovabile, e dunque ecosostenibile, più apprezzate e valorizzate a livello globale in quanto presentano vantaggi non solo energetici ma anche economici. Il pellet dunque non contribuisce all’incremento delle polveri, quello che contribuisce a questo incremento invece è l’uso che ne viene fatto. In altre parole non sono le biomasse legnose ad inquinare ma gli apparecchi che vengono usati per la loro combustione i quali sono spesso obsoleti e quindi non più idonei. A tal proposito è bene ricordare che l’installazione di impianti a norma non solo contribuisce ad un abbattimento delle emissioni fino all’80%, ma è anche incoraggiato dal Conto Termico (vedi Conto Termico per stufe a pellet, Conto Termico 2.0 Tutte le novità sul conto termico 2020) che rimborsa chi decide di sostituire il vecchio impianto con uno di nuova generazione fino al 65% della spesa totale con un versamento direttamente sul proprio conto corrente  A tale proposito è possibile prendere come riferimento la delibera della Regione Lombardia N. X / 7095 del 18/09/2017 che stabilisce, a partire dal Novembre 2018, l’obbligo di utilizzare generatori di calore di potenza termica nominale inferiore ai 35 kW pellet certificato e conforme alla classe A1 della norma UNI EN ISO 17225-2.

 

Riassumendo

In passato abbiamo già avuto modo ti parlare della presente pandemia riflettendo come questa possa andare ad influire sul mercato del pellet (vedi Coronavirus e pellet prestagionale), esplorando oltretutto l’impatto economico e sociale che una carenza di pellet può causare al consumatore finale così come al rivenditore.

Abbiamo avuto modo inoltre di parlare, in diverse occasioni delle varie tipologie di pellet presenti sul mercato (vedi Impariamo a conoscere il pellet di sansa, Tutto quello che c'è da sapere sul pellet di paglia, Pellet di nocciolino di sansa: guida all'acquisto, Pellet di girasole: guida all'acquisto, Pellet di mais tra etica e convenienza e articoli correlati), dei vantaggi e degli svantaggi nell’acquistare impianti di seconda mano (vedi Guida all'acquisto di una stufa a pellet usata) e dei rischi nel comprare pellet non certificato ( vedi Possiamo usare pellet non certificato nelle nostre stufe?).

Con il presente articolo abbiamo voluto sottolineare due punti fondamentali:

  1. Il primo punto riguarda la totale inesistenza di ogni tipo di relazione tra il pellet e covid 19. Ad oggi infatti non vi sono prove a sostegno che le polveri sottili abbiamo alcun ruolo nella trasmissione del virus. A tal proposito è bene ricordare che qualsiasi speculazione perpetrata dai media, deve essere sostenuta da prove scientifiche le quali devono essere successivamente sottoposte ad analisi per validarne la stabilità. Il modello scientifico dunque non può risolversi in giorni ma necessita di un’attenta analisi ed elaborazione. 

  1. Biomassapp sostiene ed ha sempre sostenuto il pellet come una delle risorse del futuro (è bene ricordare che Biomassapp è entrata a fare parte della famiglia ENplus® con certificazione IT390). Le accuse mosse al mondo del pellet non possono che nuocere alla crescita esponenziale che l’Italia sta sperimentando negli ultimi anni per quello che riguarda una maggiore sensibilizzazione ed utilizzo di fonti di energia rinnovabile (come la biomassa) per il proprio sostentamento e benessere.

Nonostante il fatto che le accuse mosse al mondo del pellet siano ingiuste e totalmente non giustificate, e difficilmente andranno ad intaccare la popolarità di un prodotto che ormai si sta affermando nelle case di sempre più italiani, non bisogna comunque lasciar correre tentativi di sciacallaggio mediatico. L’unico consiglio che è possibile dare è quello di effettuare, sempre e comunque, una scelta informata, sia per quello che riguarda la scelta dei prodotti che decidiamo di acquistare (impianti e biocombustibili) che per le fonti di informazione a cui decidiamo di prestare attenzione.

Scritto da: Leandro Loriga per Biomassapp.

 

Categoria di Biomassa: 
Pellet

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Pubblicato da Gianclaudio Iannace