Stufa a pellet

Le stufe a pellet: problematiche, limiti di utilizzo, soluzioni

Delle stufe a pellet abbiamo descritto più volte le caratteristiche e i tantissimi pregi: la diffusione delle stufe a pellet in modo così rapido non è casuale, se le famiglie hanno comprato negli ultimi 15 anni centinaia di migliaia di impianti di questo tipo, i motivi ci sono.
Facilità di utilizzo, contenuto costo di acquisto, basso costo del pellet, poca manutenzione sono le frecce all’arco delle stufe a pellet.
stufa a pellet
Naturalmente ogni medaglia ha il suo rovescio e anche le stufe a pellet hanno qualche limite e qualche specifica problematica che, in taluni casi, può essere prevenuta, in altri risolta e in altri ancora…subita!
Energia elettrica: le stufe a pellet, per il loro funzionamento ne hanno bisogno. Pertanto in caso di mancanza di corrente la stufa a pellet si ferma per poi riprendere a funzionare al ritorno della corrente. Il consumo di energia delle stufe a pellet lo possiamo dividere in due fasi: in fase di accensione dove la richiesta è pari a 200 o 300 watt e in fase di esercizio, nel quale la richiesta è limitata, a 50 o 90 watt per il funzionamento delle componente elettroniche di cui è dotata la stufa a pellet. Il problema relativo a questi black out è superabile acquistando un gruppo di continuità (vanno bene quelli utilizzati per i personal computer) del costo di circa 100 euro per risolvere i black out momentanei. L’interruzione non deve però superare il quarto d’ora, tempo oltre il quale la batteria tampone perde efficacia. Per evitare la problematica, che comunque è davvero limitata, considerando l’affidabilità della rete elettrica, si può pensare di acquistare una stufa a pellet a tiraggio naturale. Si tratta di apparati che non hanno bisogno di corrente, quindi mancano di ventilatori e il calore viene distribuito per irraggiamento. Questo tipo di stufe prevedono un maggiore sviluppo dello scambiatore di calore e certamente distribuiscono il calore in modo più sano, più omogeneo e senza polvere nell’aria. Questo tipo di stufe a pellet non avendo parti a funzionamento elettrico (ventole o motori…) non sono rumorose e hanno sicuramente meno necessità di assistenza e manutenzione. Naturalmente anche le stufe a pellet a tiraggio naturale hanno i loro limiti: accensione manuale, dosaggio del pellet e dell’aria primaria avvengono meccanicamente attraverso manopole e pertanto, mancando una regolazione elettronica, il consumo di queste stufe a pellet risulterà un po’ maggiore. Come per le stufe a legna l’uscita dei fumi avviene attraverso un tubo posto verticalmente sulla stufa e che deve avere un diametro di almeno 15 cm. Il rendimento delle stufe a pellet a tiraggio naturale risulta un po’ minore rispetto alle stufe a pellet convenzionali inoltre non si presta per la distribuzione canalizzata del calore.
In caso di interruzione dell'energia elettrica smette di funzionare la ventola di scarico dei fumi della stufa a pellet e questo comporta, nel caso di non perfetto tiraggio della canna fumaria, la diffusione del fumo negli ambienti.
Nel caso il pellet sia un po' umido, la segatura di pellet tende a impastarsi nella coclea della stufa a pellet, provocandone il blocco. Il pellet umido tende inoltre a dare problemi di accensione.
L’aria calda che esce dalle bocchette di ventilazione forzata della stufa a pellet, tende a essere un po' secca e questo non fa bene alla salute. Talune aziende prevedono una vaschetta d’acqua umidificatrice o addirittura un umidificatore: in caso contrario basterà mettere una vaschetta con un po’ di acqua sulla stufa a pellet.
Essendo dotate di ventole e motori le stufe a pellet tendono ad essere un po' rumorose, questo rumore è più contenuto nelle apparecchiatura di maggior costo, nelle quali la cura dei materiali e dell’assemblaggio, fa la differenza.
Per avere una stufa a pellet sempre efficiente la manutenzione e la pulizia devono essere quotidiane: da pulire più o meno ogni giorno sono crogiolo e vetro. Il crogiolo deve essere liberato della cenere e andranno puliti i fori presenti sul fondo per consentire all’aria primaria di entrare in modo corretto, favorendo la giusta combustione ed evitando così al minimo ceneri e formazione di clinker (leggi nostro precedente articolo "Il clinker nemico n°1 delle stufe").
clinker
Il vetro dello sportello della stufa a pellet, va pulito ogni giorno con un apposito detergente, attenti però a non passare il prodotto anche sulle guarnizioni. La cenere andrà rimossa settimanalmente o ad intervalli più frequenti se ce fosse bisogno, ed è meglio farlo con un aspiracenere specifico per evitare la diffusione di polvere nell’ambiente. Controllare inoltre tramoggia e coclea che devono risultare sempre libere e pulite. Gli scambiatori vanno puliti ogni mese, mentre ogni anno guarnizioni, ventole e canna fumaria.
Periodicamente va rabboccata la tramoggia con il pellet.
Rispetto al camino la fiamma non risulta viva e brillante e pertanto le stufe a pellet sono meno coinvolgenti sotto l’aspetto emotivo.
La stufa a pellet prevede componenti elettroniche che vengono prodotte da aziende diverse rispetto al produttore della stufa a pellet. C’è da augurarsi che vengano scelte componenti di qualità perché anche in questo caso ci sono prodotti di serie A e di serie B.
La domanda di pellet è sempre in crescita e la produzione nazionale è molto limitata: ci possono essere momenti di carenza del prodotto o di disponibilità a prezzi sostenuti.
 
Scritto da Gianclaudio Iannace
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Pubblicato da GIANCLAUDIO IANNACE