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La certificazione del nocciolino di olive Biomasud Plus e delle altre biomasse naturali

L'utilizzo delle biomasse nel riscaldamento domestico è ampiamente diffuso in Italia.

L'ariete è stato il pellet di legno che ha raggiunto, dopo 15 anni di crescita continua, un consumo annuo di 3,5 milioni di tonnellate, posizionando l'Italia primo consumatore retail al mondo.

La diffusione di impianti di riscaldamento a pellet, ha fatto da apripista a caldaie, termocamini e termostufe policombustibili che riescono a utilizzare anche altre biomasse.

A fronte di un maggior investimento, rispetto ai piu' economici impianti a pellet, gli impianti policombustibili consentono di utilizzare biomasse piu' economiche (il pellet è l'unica biomassa al 22% di IVA, legna, cippato, nocciolino e altro hanno una IVA la 10% e questo consente già un notevole risparmio), magari reperite sul mercato locale (gusci di nocciola, nocciolino di olive ecc) con un notevole risparmio sia sul prezzo di acquisizione del prodotto che su quello di trasporto (oltre l'80% del pellet viene prodotto all'estero e il solo costo di trasporto incide dal 20% al 30% sul costo totale del prodotto). 

Questo risparmio nei costi di esercizio dell'impianto, ottenuto utilizzando biomasse alternative al pellet, ripaga velocemente il maggiore investimento iniziale.

Produttori di impianti e di pellet, e la sempre maggiore una attenzione alle problematiche legate alla “combustione” e alle polveri sottili, hanno portato alla certificazione del pellet (in Italia la piu' diffusa è la ENPlus).

La certificazione è certamente una tutela per il consumatore che puo' acquistare pellet di qualità sicuro che non avrà pregiudizio all'impianto o peggio alla salute.

Oggi i clienti chiedono pellet certificato e il pellet non certificato sembra destinato a scomparire.

Le biomasse alternative, ovvero nocciolino di olive, cippato di legno, gusci di mandorla, gusci di nocciola, noccioli di albicocca e di pesca, gusci di pinoli, pigne, gusci di pistacchio, vengono talvolta reperite in prossimità del consumo, altre volte importate: per comodità le definiremo biomasse mediterranee.

Le biomasse mediterranee fino a qualche tempo fa non avevano nessuna possibilità di venire certificate, questo vuoi per l'utilizzo limitato, vuoi perchè non si tratta, come nel caso del pellet, di prodotti industriali per i quali si possono disegnare una serie di processi, essendo, l'attività industriale delle biomasse mediterranee, limitata molto spesso al solo insacchettamento la attività produttiva.

La mancanza di uno standard di qualità e di una certificazione dei prodotti, ha determinato una offerta non sempre soddisfacente.

Umidità eccessiva, polverosità, granulometria irregolare, sono i problemi piu' frequentemente contestati dai clienti.

Il progetto Biomasud Plus, nato nel 2018 in Spagna e Portogallo, finanziato con i fondi Feder, è un sistema di certificazione delle biomasse “mediterranee” che ne definisce i requisiti qualitativi e i criteri minimi di sostenibilità lungo tutta la catena del valore, oltre ad essere un efficace sistema di tracciabilità.

Oggi la certificazione Biomasud Plus è disponibile anche in Italia, attraverso AIEL (associazione italiana energie agroforestali), per tutte quelle aziende che vogliano qualificare la loro offerta .

Possono essere certificati sia i produttori che i distributori di queste biomasse mediterranee.

I componenti essenziali del sistema di certificazione sono tre:

1.          requisiti qualitativi

2.          criteri di sostenibilità

3.          sistemi di tracciabilità

Le classi definite dalla certificazione Biomasud Plus sono la A1 A2 e B con A1 che rappresenta la migliore qualità.

Quali sono i principali valori che caratterizzano la certificazione Biomasud plus?

Prendiamo ad esempio la certificazione Biomasud Plus per il nocciolino d'oliva nella sua qualità migliore ovvero A1:

•         contenuto olio < 0,6%

•         umidità <12%

•         ceneri < 0,7%

•         potere calorifico > 4,4 kWh/kg

•         azoto < 0,3%

•         cloro < 0,03%

•         zolfo < 0,03%

Nella norma, in riferimento sempre al nocciolino di olive, vengono precisate cose interessanti:

•         il nocciolino puo' arrivare da frantoio o sansifici e se arriva da sansificio l'uso di solventi deve essere dichiarato

•         non possono essere certificati prodotti trattati con additivi come sale o soda (tendenti a sbiancare il prodotto per assecondare il convincimento dei clienti che associano colore chiaro a qualità del prodotto)

•         il 100% del prodotto deve passare attraverso un setaccio di 16 mm

 

Per quanto riguarda la busta, nella certificazione Biomasud Plus l'etichettatura del prodotto deve riportare:

•         la classificazione del prodotto

•         qualità della biomassa

•         marchio di qualità

•         peso

•         numero di identificazione della tracciabilità

•         indicazione di stoccare al riparo dall'umidità

•         indicazione di uso in apparecchi approvati e appropriati secondo le informazioni indicate dal costruttore

 

Un componente della certificazione che va a tutela del consumatore è quella della tracciabilità.

Il processo di tracciabilità passa attraverso una piattaforma online: questo sistema di localizzazione ha uno scopo di autocontrollo e garanzia di qualità, attraverso il numero di identificazione e il registro dei movimenti della biomassa che sono stati documentati in ogni fase della filiera.

Anche le previsioni per lo stoccaggio e la movimentazione della merce è molto puntuale e concreta: passa attraverso le attrezzature, le aree di movimentazione, i silos e le procedure per evitare fenomeni di condensa.

Sono previste norme che disciplinano anche la miscelazione delle bipmasse, una pratica piuttosto diffusa tra gli operatori.

C'e' solo da auspicare che la certificazione Biomasud Plus possa essere adottata rapidamente da produttori e distributori, a vantaggio di tutta di filiera e sopratutto dei consumatori.

 

Scritto da: Gianclaudio Iannace

Categoria di Biomassa: 
Sottoprodotti della trasformazione delle olive (sanse, sanse di olive disoleata, acque di vegetazione)

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Pubblicato da Gianclaudio Iannace