Tu sei qui

Il nocciolino d'oliva: impariamo a conoscerlo nelle sue diverse qualità

 

 

Per chi ha una caldaia o un termocamino policombustibile, la ricerca di biomasse compatibili con l'impianto (chiedere sempre a chi vi ha venduto la stufa o a chi vi fa la manutenzione) puo' essere talvolta motivo di soddisfazione ma riservare anche delle sorprese.

 

Al di là della biomassa che decideremo di bruciare ci sono alcuni requisiti che devono essere sempre presenti:

 

  • bassa umidità
  • assenza di materiale inerte (pietrisco, plastica, carta ecc)
  • pezzatura regolare e compatibile con il vostro impianto (in particolare con la coclea)
  • Sappiamo che le caldaie > 35Kwh possono essere a legna, a pellet o policombustibili e l'articolo è proprio rivolto a chi possiede una caldaia con queste caratteristiche.
  • Se in teoria le possibilità sono tantissime (noccioli, gusci semi di svariate specie) in pratica la scelta si riduce di molto a causa dei limiti che ognuna delle opzioni nel concreto ha:
  • scarsa reperibilità in Italia (PKS)
  • densità specifica troppo bassa e conseguentemente alto costo di trasporto (gusci di mandorla)
  • stagionalità e difficile stoccaggio (vinaccioli)
  • problemi di carattere etico (mais)

 

Se escludiamo la legna, il cippato e il pellet, la biomassa energetica piu' utilizzata in Italia è il nocciolino di olive.

C'e' una vecchia tradizione di utilizzo del nocciolino di olive; veniva ritirato presso i sansifici quale sottoprodotto della lavorazione delle sanse, a seguito della estrazione dell'olio di sansa.

Oggi anche i frantoi estraggono dalla sansa vergine, un sottoprodotto della lavorazione delle olive particolarmente bagnato (> 70% di umidità), il nocciolino d'oliva (cosiddetto nocciolino di sansa vergine).
L'estrazione dalla sansa vergine avviene attraverso un macchinario chiamato separatore (la resa è intorno al 15%)

 

dimensioni nocciolino di oliva

qualita nocciolino di oliva

Nocciolino di sansa vergine
(FOTO A)

Nocciolino di sansa esausta
(FOTO B)

Riepilogando: dalla lavorazione delle olive in frantoio, e utilizzando il separatore, si ricava il nocciolino di olive cosiddetto di sansa vergine (foto A) e, dalla lavorazione della sansa vergine in sansificio, si ricava il nocciolino di olive che viene chiamato nocciolino di sansa esausta (foto B).

 

Il primo ha un colore piu' chiaro, il secondo piu' scuro: il colore dei due tipi di nocciolino di oliva ha solo una valenza estetica, ma non ne determina la qualità.

 

Per il nocciolino d'oliva è disponibile, da qualche tempo, la certificazione Biomasud,che garantisce alcune caratteristiche del prodotto: ne abbiamo parlato in un precedente articolo.

 

Esiste poi una terza possibilità: il nocciolo di oliva.

Il nocciolo di oliva è un sottoprodotto della industria alimentare. Si ricava a seguito della lavorazione delle olive in barattolo (olive denocciolate). I noccioli di oliva si puliscono eliminando la polpa residuale nelle zone apicali del nocciolo e vengono spaccati grossolanamente (foto C).

La granulometria di questo prodotto risulta maggiore e piu' irregolare, con una presenza di noccioli interi che puo' essere di circa il 20%. Questa peculiarità non costituisce un problema per chi possiede termocamini e caldaie che in genere hanno caldaie con coclee robuste; per questi impianti puo' essere piu' complicato gestire, al contrario, del nocciolino d'oliva molto sottile.

 

nocciolo di oliva
Nocciolo d'oliva frantumato
(FOTO C)

 

 

Cosa scegliere tra queste tre tipologie di sottoprodotto della lavorazione delle olive?
Va fatta una premessa che resta valida per ogni tipologia di nocciolino d'oliva e nocciolo d'oliva al netto di prodotti certificati Biomasud, ancora poco diffusi.

 

Tutte queste biomasse per essere efficienti devono avere:

 

  • bassa umidità (per il nocciolino < 15% anche se la certificazione Biomasud garantisce addirittura < 12%)
  • poca presenza di polvere (nel nocciolino d'oliva o nel nocciolo di oliva puo' arrivare fino al 10% del peso complessivo)
  • granulometria regolare (per consentire una piu' semplice messa a punto della caldaia)
  • bassa presenza di azoto, cloro, zolfo nel caso delle tre biomasse prese in considerazione nell'articolo, bassi residui di olio potere calorifico > 4,4 kWh/kg.

 

Pertanto non si puo' dire in assoluto che una delle tre (i due tipi di nocciolino d'oliva e il nocciolo d'oliva) prevalga oggettivamente sull'altra, ma la migliore qualità si avrà in presenza dei parametri sopra riportati. In Italia solo 4 produttori possono garantire la qualità Biomasud, in assenza di certificazione richiedete analisi di laboratorio.

 

Categoria di Biomassa: 
Sottoprodotti della trasformazione delle olive (sanse, sanse di olive disoleata, acque di vegetazione)

Ti è piaciuto questo articolo? 

Lascia un commento

Accedi o Registrati
Pubblicato da Gianclaudio Iannace