Fake news v/s informazione corretta sul pellet di qualità: facciamo un po’ di chiarezza

 

 

 

Pellet di qualità, come riconoscerlo?

 

Pellet di qualità: come riconoscerlo?

Fake news, un termine oramai straconosciuto, che possiamo declinare in fesserie, balle, bufale, c*****e.   E’ cattiva informazione che passa soprattutto attraverso i social media, rimbalzando da un utente ad un altro, mutando lo status da notizia falsa a verosimile per poi essere sdoganata, dopo qualche migliaio di like o di “condividi”, come vera, magari accreditandola a professori universitari o esperti che neanche esistono

 

L’argomento preferito dalle fake news è la politica o il gossip relativo a personaggi famosi o para-famosi, ma perfino intorno al pellet di qualità sono nate informazioni completamente sbagliate, che, con il tempo, sono diventate convincimenti ampiamente condivisi.

 

 

Proviamo a conoscere le notizie più comuni che si incontrano online sul pellet di qualità e proviamo a capire se sono vere o false:

  1. Il pellet di qualità è di colore chiaro: questa è la fake news più fake di tutte. Il colore del pellet non è affatto sinonimo di pellet di qualità. La qualità del pellet si riscontra su dati oggettivi che sono, ad esempio, residuo ceneri, durabilità meccanica, umidità, bassa presenza di azoto, zolfo e cloro e comunque dei parametri che un ente certificatore come ENPlus prende in considerazione nella valutazione della qualità del pellet. Attenzione piuttosto al colore innaturalmente bianco o addirittura paglierino/giallino di taluni pellet: è segno di una presenza eccessiva di additivi (come ad esempio amido di mais) presenza che, secondo la normativa, non può superare il 2% del peso del pellet. Inoltre c’e’ da considerare che l’additivo non è indispensabile nella produzione del pellet e, a nostro avviso, meglio preferire pellet naturale senza questi “integratori”.
  2. “Compro solo Holz pellet”: questa è la fake news piu’ buffa. Gli austriaci, tra i primi a produrre pellet in Europa, iniziarono a commercializzare il loro prodotto in buste con scritto “Holz Pellet”, che vuol dire tradotto dal tedesco….pellet di legno! Questa espressione è diventata, nell’immaginario dei consumatori, un brand del pellet di qualità
  3. Il pellet di abete è pellet di qualità superiore ed è da preferire al pellet di pino: Fake! Abete e pino appartengono alla famiglia delle conifere, come anche il larice e pertanto hanno caratteristiche analoghe. In ogni caso, anche per le diverse essenze di legno, vale un po’ quello che si è detto sopra: quello che conta sono le analisi del prodotto e il rilievo rispetto ad alcuni parametri (nostro articolo sui parametri dei diversi enti certificatori). Le diverse essenze di legno hanno colorazioni diverse: usando abete e pino il pellet risulterà più chiaro, con il castagno sarà più scuro, con l’eucalipto rossiccio, con il faggio color cappuccino, ma questo non influisce sulla qualità del pellet!
  4. Il pellet decortecciato è un pellet di qualità migliore: vero! Questa è corretta informazione. Un parametro di qualità del pellet è infatti quello delle ceneri, che devono essere il più possibile contenute. Le ceneri sono costituite da silicati, ossidi, potassio, calcio e magnesio sotto forma di carbonati solfati e cloruri. La composizione e la quantità delle ceneri varia molto in funzione del tipo di biomassa (legnosa o erbacea ad esempio) che si intende utilizzare per produrre pellet e varia anche a secondo della parte della pianta (ramo, foglie o fusto) usata. Le biomasse legnose forestali decortecciate rappresentano la migliore materia prima con la quale produrre pellet e, con questo processo non è difficile restare sotto lo 0,7% di ceneri (limite massimo per il pellet di qualità ENPlus A1), interessante la tabella 1 che ci dà una idea dei valori indicativi di contenuto di ceneri per alcune biomasse solide:

 

 

 

 

 

Tabella 1)

                          BIOMASSA

      RANGE DI CONTENUTO CENERI %

ABETE

0,3 – 0,7

PINO

0,3 – 0,6

FAGGIO

0,5 – 1,1

CASTAGNO

0,6 – 1

PIOPPO

0,7 – 3

POTATURE PIANTE FRUTTIFERE 

2 – 4,5

POTATURE VITE

3,2 – 4,2

PAGLIA

5,5 – 9

SANSA

7 – 11

VINACCIA 

6,5 - 9

 

  1. Compro solo pellet di qualità con potere calorifico oltre i 5 KWh/Kg: suggerirei, a chi fa queste affermazioni, di informarsi meglio. EnPlus certifica, al massimo livello di qualità, ovvero A1, pellet con potere calorifico uguale o maggiore a 4,7 KWh/kg e quando leggo su alcune fantasione buste di pellet “potere calorifico di 5,5 KWh/Kg”, mi chiedo che diavolo ci sarà mai in quel pellet…..
  2. Il pellet austriaco è il miglior pellet di qualità: risposta….perchè mai? il pellet sta diventando un prodotto globale con consumi sempre crescenti (2018 su 2017 +26% a livello mondiale). La sola società ENPlus ha certificato nel 2018 circa 450 aziende nel mondo per oltre 10 milioni di tonnellate di pellet. Il pellet si produce in ogni continente e ogni anno aumentano produzione e produttori con un livello di qualità sempre garantito da enti certificatori affidabili, insomma si produce pellet di qualità in America del nord e del sud, in Europa e in Africa, in Asia e in Australia. Il mondo del pellet va ben oltre i confini dell’Italia e dell’Austria: è un mercato globale

Pregiudizi, luoghi comuni, scarsa informazione insomma fake news, alla fine chi ne viene danneggiato è proprio il consumatore: confidiamo di aver contributo a fare un po’ di chiarezza, con leggerezza.

Categoria di Biomassa: 
Pellet

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Pubblicato da GIANCLAUDIO IANNACE