Fake news v/s informazione corretta sul pellet di qualità: facciamo un po’ di chiarezza
Pellet di qualità, come riconoscerlo?
Pellet di qualità: come riconoscerlo?
Fake news, un termine oramai straconosciuto, che possiamo declinare in fesserie, balle, bufale, c*****e. E’ cattiva informazione che passa soprattutto attraverso i social media, rimbalzando da un utente ad un altro, mutando lo status da notizia falsa a verosimile per poi essere sdoganata, dopo qualche migliaio di like o di “condividi”, come vera, magari accreditandola a professori universitari o esperti che neanche esistono
L’argomento preferito dalle fake news è la politica o il gossip relativo a personaggi famosi o para-famosi, ma perfino intorno al pellet di qualità sono nate informazioni completamente sbagliate, che, con il tempo, sono diventate convincimenti ampiamente condivisi.
Proviamo a conoscere le notizie più comuni che si incontrano online sul pellet di qualità e proviamo a capire se sono vere o false:
- Il pellet di qualità è di colore chiaro: questa è la fake news più fake di tutte. Il colore del pellet non è affatto sinonimo di pellet di qualità. La qualità del pellet si riscontra su dati oggettivi che sono, ad esempio, residuo ceneri, durabilità meccanica, umidità, bassa presenza di azoto, zolfo e cloro e comunque dei parametri che un ente certificatore come ENPlus prende in considerazione nella valutazione della qualità del pellet. Attenzione piuttosto al colore innaturalmente bianco o addirittura paglierino/giallino di taluni pellet: è segno di una presenza eccessiva di additivi (come ad esempio amido di mais) presenza che, secondo la normativa, non può superare il 2% del peso del pellet. Inoltre c’e’ da considerare che l’additivo non è indispensabile nella produzione del pellet e, a nostro avviso, meglio preferire pellet naturale senza questi “integratori”.
- “Compro solo Holz pellet”: questa è la fake news piu’ buffa. Gli austriaci, tra i primi a produrre pellet in Europa, iniziarono a commercializzare il loro prodotto in buste con scritto “Holz Pellet”, che vuol dire tradotto dal tedesco….pellet di legno! Questa espressione è diventata, nell’immaginario dei consumatori, un brand del pellet di qualità.
- Il pellet di abete è pellet di qualità superiore ed è da preferire al pellet di pino: Fake! Abete e pino appartengono alla famiglia delle conifere, come anche il larice e pertanto hanno caratteristiche analoghe. In ogni caso, anche per le diverse essenze di legno, vale un po’ quello che si è detto sopra: quello che conta sono le analisi del prodotto e il rilievo rispetto ad alcuni parametri (nostro articolo sui parametri dei diversi enti certificatori). Le diverse essenze di legno hanno colorazioni diverse: usando abete e pino il pellet risulterà più chiaro, con il castagno sarà più scuro, con l’eucalipto rossiccio, con il faggio color cappuccino, ma questo non influisce sulla qualità del pellet!
- Il pellet decortecciato è un pellet di qualità migliore: vero! Questa è corretta informazione. Un parametro di qualità del pellet è infatti quello delle ceneri, che devono essere il più possibile contenute. Le ceneri sono costituite da silicati, ossidi, potassio, calcio e magnesio sotto forma di carbonati solfati e cloruri. La composizione e la quantità delle ceneri varia molto in funzione del tipo di biomassa (legnosa o erbacea ad esempio) che si intende utilizzare per produrre pellet e varia anche a secondo della parte della pianta (ramo, foglie o fusto) usata. Le biomasse legnose forestali decortecciate rappresentano la migliore materia prima con la quale produrre pellet e, con questo processo non è difficile restare sotto lo 0,7% di ceneri (limite massimo per il pellet di qualità ENPlus A1), interessante la tabella 1 che ci dà una idea dei valori indicativi di contenuto di ceneri per alcune biomasse solide:
Tabella 1)
BIOMASSA |
RANGE DI CONTENUTO CENERI % |
ABETE |
0,3 – 0,7 |
PINO |
0,3 – 0,6 |
FAGGIO |
0,5 – 1,1 |
CASTAGNO |
0,6 – 1 |
PIOPPO |
0,7 – 3 |
POTATURE PIANTE FRUTTIFERE |
2 – 4,5 |
POTATURE VITE |
3,2 – 4,2 |
PAGLIA |
5,5 – 9 |
SANSA |
7 – 11 |
VINACCIA |
6,5 - 9 |
- Compro solo pellet di qualità con potere calorifico oltre i 5 KWh/Kg: suggerirei, a chi fa queste affermazioni, di informarsi meglio. EnPlus certifica, al massimo livello di qualità, ovvero A1, pellet con potere calorifico uguale o maggiore a 4,7 KWh/kg e quando leggo su alcune fantasione buste di pellet “potere calorifico di 5,5 KWh/Kg”, mi chiedo che diavolo ci sarà mai in quel pellet…..
- Il pellet austriaco è il miglior pellet di qualità: risposta….perchè mai? il pellet sta diventando un prodotto globale con consumi sempre crescenti (2018 su 2017 +26% a livello mondiale). La sola società ENPlus ha certificato nel 2018 circa 450 aziende nel mondo per oltre 10 milioni di tonnellate di pellet. Il pellet si produce in ogni continente e ogni anno aumentano produzione e produttori con un livello di qualità sempre garantito da enti certificatori affidabili, insomma si produce pellet di qualità in America del nord e del sud, in Europa e in Africa, in Asia e in Australia. Il mondo del pellet va ben oltre i confini dell’Italia e dell’Austria: è un mercato globale
Pregiudizi, luoghi comuni, scarsa informazione insomma fake news, alla fine chi ne viene danneggiato è proprio il consumatore: confidiamo di aver contributo a fare un po’ di chiarezza, con leggerezza.