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Davvero sono in aumento gli incendi boschivi in Italia?

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L'estate è l'occasione per organizzare, nei posti di villeggiatura, dibattiti ai quali partecipano politici o scrittori che presentano i loro libri, con famosi giornalisti come padroni di casa.

Qualche giorno fa ho ascoltato il Direttore di Libero, Alessandro Sallusti, intervistare il senatore Matteo Salvini in uno degli incontri del caffè de la Versiliana.
Dapprima si parla dell'Afghanistan, della immigrazione e poi, al minuto 22, Salvini fa presente che qualche giorno prima, durante una visita in Calabria, aveva avuto la possibilità di rendersi conto dei gravissimi danni provocati anche (sopratutto) questa estate dagli incendi.

Alcune affermazioni del senatore Salvini mi hanno incuriosito:

  1. Il Parco dell'Aspromonte misura circa 65.000 ettari e 11.000 sono andati distrutti
  2. gli incendi sono tutti dolosi
  3. accorpare la forestale ai Carabinieri è stato un grave errore (Governo Renzi 2015)
  4. esiste una norma che, in caso di incendio doloso, impedisce non solo la possibilità di costruire, ma anche di piantumare nuovi alberi per ricostituire quello che è andato distrutto.

Quest'ultima affermazione mi ha sorpreso e non conoscendo la legge, sono andato a fare qualche ricerca.
La legge quadro in materia di incendi boschivi (legge 21 del novembre 2000 n. 353) ed è divisa in tre parti:

  1. capo 1: PREVISIONE, PREVENZIONE E LOTTA ATTIVA
  2. capo 2: FUNZIONI AMMINISTRATIVE E SANZIONI
  3. capo 3: DISPOSIZIONI FINANZIARIE, ABROGAZIONE DI NORME ED ENTRATA IN VIGORE

La legge è del 2000: che succedeva in quegli anni? In quale contesto si inquadra questa esigenza normativa?

Nel 2020 il JRC (centro comune di ricerca europeo) ha pubblicato il report sugli incendi boschiviForest Fires in Europe, Middle East and North Africa 2019”.
Se si va a guardare la serie storica degli incendi in Europa dal 1980 al 2019 si notano due tendenze: la prima è una forte crescita degli incendi fino al 2000 e, successivamente, una generale decrescita, in contrasto con le dichiarazioni catastrofiste che ogni estate ascoltiamo da almeno 10 anni.

Interessante andare a guardare la tendenza delle temperature estive in Europa dagli anni '80 al 2019.
Si evidenzia un incremento di circa un grado e pertanto temperature che dovrebbero favorire gli incendi: delle due l'una, o siamo piu' attenti ai nostri comportamenti e piu' bravi a spegnere gli incendi dolosi o colposi o non c'e' piu' nulla da bruciare perchè le foreste si rimpiccioliscono di anno in anno, come spesso sembrano farci capire.

Anche su questo secondo punto le cose stanno messe molto meglio di come vogliono farci intendere: le foreste in Europa crescono ogni anno da almeno 40 anni.
Abbiamo pertanto meno incendi, pure in presenza di un lieve aumento delle temperature e di una crescita dei boschi.

La legge 353 nasce nel 2000 nel momento di picco degli incendi, in una fase nella quale tutta la legislazione è tendenzialmente “punitiva”.
La legge pone molti divieti e sanzioni e contiene poco sulla prevenzione e sulla lotta attiva, che comunque ha avuto una sua concreta attuazione con il rafforzamento degli strumenti per lo spegnimento degli incendi (aerei antincendio ed elicotteri in particolare) e per la prevenzione (oggi si punta molto ad esempio sulla rilevazione satellitare che consente interventi immediati e mirati).

Il senatore Salvini, nella sua intervista, fa riferimento ad una proibizione alla piantumazione successivamente ad un incendio: vero?
L'articolo 10 della legge 353 (divieti, prescrizioni e sanzioni) è preoccupato di evitare incendi “speculativi” ovvero incendi dolosi a seguito dei quali si chiedano licenze edilizie o si utilizzino i suoli per i pascoli o altre attività imprenditoriali che prima dell'incendio non sarebbero state autorizzate..

La legge prevede che: “Le zone boscate ed i  pascoli  i  cui  soprassuoli  siano  stati percorsi dal fuoco non possono  avere  una  destinazione  diversa  da quella  preesistente  all'incendio  per  almeno  quindici  anni. E' comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumita' e dell'ambiente. In tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni  dagli  eventi  previsti  dal  presente comma, deve essere espressamente richiamato  il  vincolo  di  cui  al primo periodo, pena la nullita' dell'atto. Nei comuni  sprovvisti  di piano regolatore e' vietata per dieci anni ogni edificazione su  area boscata percorsa dal fuoco. E' inoltre vietata per  dieci  anni,  sui predetti  soprassuoli,  la  realizzazione  di  edifici   nonche'   di strutture e infrastrutture  finalizzate  ad  insediamenti  civili  ed attivita' produttive, fatti salvi i casi in cui  detta  realizzazione sia stata prevista in  data  precedente  l'incendio  dagli  strumenti urbanistici vigenti a tale data. Sono vietate per  cinque  anni,  sui predetti soprassuoli, le attivita' di rimboschimento e di  ingegneria ambientale  sostenute  con  risorse  finanziarie   pubbliche,   salvo specifica  autorizzazione   concessa  dal Ministero dell'Ambiente  dell'ambiente,  per  le  aree naturali protette statali, o dalla regione  competente,  negli  altri casi, per documentate situazioni di dissesto  idrogeologico  e  nelle situazioni in  cui  sia  urgente  un  intervento  per  la  tutela  di particolari valori ambientali e paesaggistici. Sono altresi'  vietati per dieci anni,  limitatamente  ai  soprassuoli  delle  zone  boscate percorsi  dal  fuoco,  il  pascolo  e  la  caccia.”.

Ci sono pertanto delle limitazioni molto precise, alcune assolute (divieto di caccia  e pascolo) altre che ritengo andrebbero riviste.
Ad esempio: puoi edificare se avevi ottenuto in precedenza una licenza edilizia, ma se la zona prevedeva la possibilità di richiedere una autorizzazione a costruire e tu non l'hai inoltrata per i piu' diversi motivi (non avevi in precedenza una disponibilità economica) non puoi piu' chiedere una licenza edilizia per almeno 10 anni, licenza che avresti magari ottenuto prima dell'incendio.

Per la piantumazione si fa riferimento al divieto per 5 anni di piantumazione e opere di ingegneria ambientale sostenute da fondi pubblici, salvo specifica autorizzazione del Ministero dell'ambiente, ma non sono vietati investimenti privati.

L'affermazione del Senatore Salvini non è pertanto corretta, ma punta, come spesso succede, ad emozionare e indignare, con il risultato di disinformare.
La seconda dichiarazione del senatore Salvini è “gli incendi sono tutti dolosi”.

Il ministro Cingolani ad agosto 2021 rilascia una dichiarazione con percentuali precise.
Non so in che modo hanno catalogato gli incendi, ma certo di incendi dove non ci sia la mano dell'uomo, ce ne sono pochissimi.

Comunque non sono “tutti” dolosi, ma al 70% secondo un conteggio ministeriale: anche in questo caso il linguaggio della politica è suggestivo “tutti gli incendi boschivi sono dolosi” non fa informazione, meglio “la maggior parte degli incendi boschivi sono dolosi”.

Sull'accorpamento della Forestale nell'Arma dei Carabinieri, non saprei cosa dire: c'e' un elemento emotivo, ovvero la diluizione di uno  corpo storico che perde la sua identità, ma dal punto di vista funzionale il continuo calo degli incendi sta a significare una immutata efficacia di intervento.

Conclusioni: come per il Covid anche per gli incendi boschivi la politica si mostra populista, manipolatrice di informazioni se non proprio “creativa”, portando all'iperbole un problema per poi scordarlo il giorno dopo.

Per fortuna abbiamo operatori della forestale e pompieri che tutti i giorni lavorano per rendere piu' sicura la nostra vita e salvaguardare un patrimonio di bellezza che sono i nostri boschi.
 

Categoria di Biomassa: 
Sottoprodotti derivati dalla lavorazione dei prodotti forestali

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Pubblicato da Gianclaudio Iannace