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Cosa sta succedendo al prezzo del pellet?

Per la prima volta, dopo molti anni di prezzi piu’ o meno stabili, il prezzo del pellet si è notevolmente impennato negli ultimi mesi.

Per tutto il 2020, primo anno del lock down per il Covid 19, il prezzo del pellet era stato fin troppo stabile con i produttori che, pur di vendere, avevano rinunciato a quel 10/15% di incremento prezzi dopo le proposte prestagionali.

Nel 2021 le cose sono cambiate: ci sono state le proposte prestagionali con offerte allineate ai prezzi 2020, ma, da agosto in poi, i prezzi del pellet sono cominciati a salire in modo progressivo e, per ora, inarrestabile e il prodotto risulta anche poco disponibile.

La tendenza riguarda anche altre biomasse, come ad esempio il nocciolino di sansa: anche questa biomassa, sempre stabile nel prezzo fino a quest’anno, risulta al momento poco disponibile e con prezzi incrementati del 15/20%.

Che sta succedendo?

Le cause sono diverse.

La ripresa economica del 2021 ha determinato un forte incremento nella domanda delle materie prime: acciaio, legno, petrolio hanno subito incrementi di prezzo davvero rilevanti.
Il legno, che aveva subito una forte depressione dei prezzi dopo il 2018, è tornato sui valori pre 2018 con una crescita che, per ora, non sembra fermarsi.

Molti produttori di pellet, che avevano sottoscritto contratti di fornitura con i rivenditori a prezzo prefissato, hanno preferito restituire gli acconti piuttosto che perdere soldi, stante l’imprevedibile impennata dei costi, sia di produzione che di trasporto.

Il trasporto, che per il pellet e ancora di piu’ per il nocciolino di sansa, rappresenta una componente importante del costo del prodotto (pesa infatti per circa il 30% del costo finale del prodotto) è schizzato alle stelle sia per quanto riguarda il trasporto via nave (ricordiamo che l’85% del pellet venduto in Italia è di importazione  e così anche per il nocciolino). sia per il trasporto su gomma.

Un altro importante fattore di incremento dei prezzi del pellet è l’inflazione, per ora piu’ evidente negli USA, ma che presto crescerà in modo rilevante anche in Europa.

Se, fino a qualche settimana fa, ci si interrogava se questa sarebbe stata una inflazione “passeggera” o stabile, oramai è chiaro che si tratta di fenomeno che durerà a lungo, anche sostenuto dall’incremento dei costi delle materie prime.

 

Cosa dobbiamo aspettarci per il prezzo del pellet?

Certamente un incremento costante del prezzo del pellet da qui a fine marzo 2022.

Le offerte prestagionali di aprile 2022, che dureranno fino a luglio o agosto, non saranno quelle dello scorso anno, il prezzo del pellet sarà piuttosto sostenuto e per la prossima stagione invernale si può prevedere un incremento significativo.

Considerando poi le difficoltà dei trasporti e nell’approvvigionamento del legno da parte dei produttori, suggerisco di iniziare da aprile ad acquistare con le offerte del prestagionale.

Le promozioni prestagionali, pensate per destagionalizzare le vendite del pellet incentivando l’acquisto da parte dei rivenditori nei mesi “morti” che vanno da marzo ad agosto, avevano avuto una perdita di credibilità proprio nel 2020, quando, chi aveva comprato in periodo prestagionale, si è ritrovato prezzi piu’ o meno prezzi del pellet uguali anche da settembre a fine marzo 2021.

Le cose quest’anno non andranno così come sono andate nello scorso: il prezzo del pellet prestagionale vedrà una flessione rispetto ai prezzi praticati da fine 2021 e fino a marzo 2022, per poi aumentare dopo la conclusione delle offerte prestagionali.

Consigliamo pertanto di effettuare acquisti con regolarità mese per mese, cercando di cogliere le migliori opportunità non solo di prezzo, ma anche di effettiva disponibilità del prodotto, senza attendere condizioni migliori che difficilmente arriveranno, stante aumento delle materie prime, del costo dell’energia e di quello dei trasporti oltre ad un’inflazione che potrebbe aumentare di altri 2 punti nel 2022.

Categoria di Biomassa: 
Pellet

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Pubblicato da Gianclaudio Iannace