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Controlli sul pellet certificato e non certificato: norma ISO UNI 17225-2 relativa a pellet di legno ad uso domestico e industriale

Il 2022 è stato un anno decisamente anomalo per il mercato delle biomasse energetiche ad uso domestico e per il pellet in particolare: prezzi alle stelle e scarsa disponibilità del prodotto.

Le cause di questi problemi le abbiamo analizzate in alcuni articoli https://www.biomassapp.it/blog/prezzo-del-pellet-raddoppiato-pochi-mesi-quanto-durera-e-cosa-possia

mo-fare-limitare-i-danni.

Il 2023 sembra essere un anno di normalizzazione, anche se alcune problematiche continuano ed è difficile prevedere cosa accadrà nei prossimi mesi.

Faccio riferimento in particolare alla guerra che la Russia ha scatenato contro l’Ucraina e che ha determinato una serie di sanzioni contro Russia e Bielorussia, ovvero la revoca dei certificati ENPlus e l’embargo per il pellet di loro produzione.

Subito dopo questi provvedimenti sono esplose le esportazioni di pellet dalla Turchia, Paese che ha mantenuto rapporti con la Russia..

Si sono pertanto moltiplicati i controlli da parte delle Dogane e della Guardia di Finanza italiane per contrastare questo by pass dell’embargo da parte di operatori che utilizzavano la Turchia per veicolare pellet russo e, in conseguenza dei controlli, si sono avuti numerosi sequestri di merce.

A questa tipologia di verifiche si è aggiunto il controllo del pellet di provenienza egiziana.

 

Non è la prima volta che il pellet prodotto in Egitto viene sopposto a controlli sistematici per verificarne la qualità e la conformità alla norma ISO UNI 17225-2 attraverso analisi di laboratorio.

Si puo’ trattare di pellet certificato e, nella maggior parte dei casi, pellet non certificato.

Il pellet certificato deve risultare conforme al dettato della certificazione (in genere si tratta di prodotto certificato ENPlus A1, non mi risulta ci sia produzione di pellet certificato ENPlus A2 in Egitto).

Se il pellet non è certificato deve rispondere alla norma ISO UNI 17225-2.

La verifica del prodotto e le analisi possono determinare i seguenti esiti:

  • Esito positivo delle analisi: il prodotto risulta in linea con i parametri della norma ISO UNI 17225-2 e i dati riportati sulla busta sono coerenti. Tutto bene.

  • Esito positivo delle analisi: il prodotto risulta in linea con i parametri della norma ISO UNI 17225-2 ma i dati riportati sulla busta NON sono coerenti con i risultati delle analisi. Un esempio valori ceneri dichiarato in busta 0,5%, ma dalle analisi il prodotto risulta avere ceneri per 1,2%, la merce viene sequestrata seppure il limite massimo delle ceneri accettabile per la norma ISO UNI 17225-2 sia il 2%. All’importatore verrà addebitato l’articolo 517 cod penale oltre pesanti sanzioni amministrative.

  • Esito negativo delle analisi ovvero merce non in linea con i parametri della norma ISO UNI 17225-5. Anche in questo caso sequestro della merce e richiesta di distruzione della stessa con sanzioni amministrative.

  • Prodotto riportante fal

  • se informazioni o marchi contraffatti, ad esempio il marchio ENPlus quando il prodotto non sia certificato. Sequestro della merce e distruzione.

 

Le verifiche vengono disposte dagli uffici ADM del porto di sbarco della merce e dopo il pagamento di ogni onere da parte dell’importatore.

I tempi di espletamento delle analisi sono piuttosto lunghi (anche diversi mesi) e questo comporta un notevole disagio per gli importatori che devono affrontare altissime spese di sosta della merce per un prodotto a basso valore.

Inoltre, in caso di disposizione di distruzione della merce, l’IVA già pagata non viene restituita, anche se il prodotto non verrà mai commercializzato.

Bene i controlli, a garanzia dei consumatori, male i tempi lunghi e assolutamente non prevedibili della Amministrazione in fase di verifica, analisi e disposizioni conseguenti.

Come abbiamo già detto in precedenti articoli https://www.biomassapp.it/blog/possiamo-usare-pellet-non-certificato-nel..., il pellet

non certificato è assolutamente lecito e commercializzabile purché conforme alla norma ISO UNI 17225-2 , ma da qualche anno, anche attraverso la comunicazione delle società di certificazione e di chi le rappresenta, abbiamo assistito ad una demonizzazione del pellet non certificato al punto che molti rivenditori ritengono che il pellet non certificato sia illecito e non commercializzabile.

Confidiamo che l’Amministrazione, pur esercitando gli opportuni controlli, adegui le sue procedure e potenzi i laboratori di analisi, per limitare i disagi e i costi degli imprenditori sottoposti alle verifiche. 

 

 

 

Categoria di Biomassa: 
Pellet

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Pubblicato da Gianclaudio Iannace