Con le caldaie a doppia alimentazione legna e pellet c'è risparmio?

I consumatori, quando si parla di produrre calore per le loro case e di acqua calda sanitaria, sono sempre alla ricerca di soluzioni in grado di consentire loro flessibilità di utilizzo e risparmio sul biocombustibile e le aziende produttrici di stufe e caldaie (per approfondimenti leggere "Stufe inserti e termocamini") segmentano sempre di più il mercato alla ricerca di target specifici.
Da qualche tempo e in particolare nell’ultimo anno, anche a seguito di un certo nervosismo del prezzo del pellet, si riscontra un crescente interesse relativamente alle caldaie cosiddette caldaie combinate, ovvero quelle che possono utilizzare come biocombustibile principalmente il legno da ardere e come alternativa il pellet.
Sono caldaie che utilizzano i biocombustibili più utilizzati nel nostro Paese e che oltretutto, in questi anni, hanno anche manifestato prezzi piuttosto stabili.
Si tratta pertanto di un investimento che dovrebbe garantire nei prossimi anni, una alimentazione a costi contenuti.
Il legno da ardere si sa è, insieme al cippato, il biocombustibile più economico, ma chi compra queste caldaie a doppia alimentazione non rinuncia alla alimentazione automatica del pellet che, come vedremo, può risultare particolarmente comoda in talune circostanze.
cippato
 
Chi compra queste caldaie in genere ha una personale disponibilità di legna da ardere ma non sottovaluta alcune comodità che si apprezzano usando il pellet, ad esempio quando ci si assenta dalla propria abitazione per più di un giorno o quando non si è avuta la possibilità di effettuare il carico della legna da ardere.
Inoltre in periodo non invernale il pellet viene usato quando la caldaia deve funzionare per la produzione di acqua sanitaria.
E poi per chi invece compra sia il pellet che la legna da ardere, la caldaia bifuel consente di scegliere volta per volta il biocombustibile più vantaggioso economicamente.
Fino a qualche anno fa le caldaie a legna caricate manualmente avevano dei limiti sia di perfomance sia in termini di praticità e ancora oggi scontano qualche pregiudizio in tal senso.
Le problematiche sono però completamente superate da circa 20 anni, da quando si è introdotta la combustione a fiamma inferiore e il tiraggio forzato che hanno consentito a queste caldaie di essere altrettanto performanti quanto le altre.
A questa innovazione tecnologica delle caldaie si sono poi affiancate successive evoluzioni come i sistemi elettronici di regolazione della potenza e della combustione.
Inoltre, questione alla quale la clientela è sempre più sensibile, in questi ultimi 20 anni, i fattori di emissione di polveri e carbonio organico, nelle aziende che producono caldaie avendole adeguate al queste tecnologie, si sono ridotti di 5 volte.
Le migliori aziende sono in grado pertanto di offrire caldaie combinate legna da ardere e pellet con prestazioni ambientali a 3 e a 4 stelle.
Oggi si tende a installare la caldaia a legna da ardere combinandola con un accumulatore e questo favorisce un notevole comfort di utilizzo.
caldaia a legna da ardere
I costruttori, nella combinazione focolare pellet e focolare lega da ardere, hanno fatto scelte diverse e questo influisce sui costi della caldaia.
Quanto vale questo mercato delle caldaie combinate legna da ardere e pellet?
In Italia ci sono circa 500.000 caldaie a legna e l’80% dell’installato ha oltre 20 anni di età.
Si tratta di caldaie per la massima parte installate in zone extraurbane dove la legna da ardere è facilmente disponibile.
C’è quindi un mercato potenziale molto interessante di ricambio di caldaie a legna da ardere e che trova ampia giustificazione sia per motivi legati alle migliori performance termiche delle attuali caldaie, sia per il minore impatto ambientale e anche per la opportunità legata all’incentivo Conto Termico 2.0.
Possiamo quindi ritenere che la caldaia a doppia alimentazione possa rappresentare, per le aziende che investiranno nella produzione di questi impianti, una interessante opportunità che sicuramente riscontrerà l’interesse dei consumatori.
 
Scritto da Gianclaudio Iannace
 
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Pubblicato da GIANCLAUDIO IANNACE