Come riconoscere il pellet di qualità
Il pellet non è tutto uguale (vedi Impariamo a conoscere il pellet di sansa, Tutto quello che c'è da sapere sul pellet di paglia, Pellet di nocciolino di sansa: guida all'acquisto, Pellet di girasole: guida all'acquisto, Pellet di mais tra etica e convenienza e Perché il pellet di eucalipto è un ottimo pellet per stufe e caldaie). La differenza sta tanto nel materiale utilizzato quanto nella qualità di questi ultimi. Ad oggi il processo di pellettizzazione delle biomasse è unico e deve rispettare sia la materia prima che gli standard imposti dalla comunità europea (EN 14961-1, EN 14961-2 e EN 14961-6) così come quelli imposti dall’ISO (ISO/DIS 17225-1, ISO/DIS 17225-2 e ISO/DIS 17225-6) (vedi Pellettizzazione delle Biomasse: tutto quello che c’è da sapere, Conviene produrre il pellet fai da te?, Il processo di produzione del pellet, Come si produce il pellet? Definizione, qualità e processo di lavorazione). Per distinguere il pellet di qualità da un pellet comune è necessario prestare attenzione ad alcuni fattori che ci permettono di identificare il pellet di qualitàsuperiore da altre tipologie di pellet comuni presenti in commercio. In questo contesto per pellet di qualità si intende una tipologia di prodotto derivante esclusivamente da un processo di lavorazione meccanica che esalta le caratteristiche non solo della materia prima ma anche dell’impianto nel quale è utilizzato, mantenendo il giusto equilibrio tra ecosostenibilità, potere calorifico e resa energetica.
Di seguito prenderemo in considerazione come riconoscere il pellet di qualità e quali sono le caratteristiche che lo rendono tale.
Il pellet di qualità; guida all’acquisto
Come osservato in precedenza il pellet di qualità per essere considerato tale deve rispettare alcune caratteristiche fondamentali come ad esempio implementare le prestazione del nostro impianto, garantire il giusto rapporto tra consumo e resa energetica ed ecosostenibilità. Per raggiungere questi obbiettivi è necessario prestare attenzione ad alcuni fattori come:
· No additivi
Il pellet deve essere il risultato di una sola lavorazione meccanica ed esente da sostanze derivanti da sintesi chimica. Nonostante la normativa ENplus® preveda la presenza di alcune tipologie di additivo, è sempre meglio optare per un pellet completamente privo da queste.
· Provenienza
Assicurarsi sulla provenienza del pellet ci permette di evitare di contribuire al mercato nero del legname (proveniente soprattutto dal paesi dell’est Europa), il quale non solo impatta l’ecosistema di provenienza con tagli abusivi ma anche quello di destinazione con legname non controllato e alta percentuale di traffico su strada per la consegna del prodotto (vedi Perché in Italia si continua a importare tanta legna da ardere?, Certificazione e tracciabilità per la legna da ardere, Scegliere la legna da ardere: quali mosse adottare per comprare la migliore legna in bancali, Legna da ardere in bancali: meglio comprarla così o sfusa?).
· Materia prima
Quando parliamo di pellet di legno la biomassa di partenza è la segatura oppure direttamente la legna, meglio se derivante dal tronco dell’albero decortecciato in quanto la presenza di corteccia nel prodotto finito impatta la resa energetica di quest’ultimo. Quando ci apprestiamo a scegliere il pellet di qualità dunque è sempre bene fare attenzione a questo particolare.
· Residui post combustione
Ogni tipologia di pellet deve riportare la scheda tecnica del prodotto. Su questo bisogna prestare particolare attenzione al residuo di ceneri prodotto (inferiore all’1%,), i quantitativi di cloro (attorno 0,02), assenza di zolfo (quantità rilevata in etichetta inferiore allo 0,01%), percentuale di (attornol’8%). L’assicurarsi tali requisiti ci permette di avere un corretto rapporto tra consumo e resa energetica e evitare accumulo di residui nell’impianto (vedi Qualità del pellet: durabilità meccanica, parametri chimici, additivi, Qualità del pellet: ceneri, potere calorifico, massa volumica, Qualità del pellet: ceneri, potere calorifico, massa volumica).
Il pellet è uno dei biocombustibili più utilizzati al mondo, il che rende il mercato per questo tipo di prodotto estremamente ampio e variegato. Per questo motivo è bene che il consumatore finale sia in grado di orientarsi per fare in modo che l’investimento per il suo acquisto sia equiparabile, o addirittura inferiore, alla resa energetica finale. Primo punto di riferimento è senza ombra di dubbio la certificazione EN PLUS A1 che garantisce lo standard del prodotto (vedi Biomassapp ottiene la certificazione come distributore EnPlus A1 con codice IT 390). Questo non vuol dire però che un pellet non certificato sia necessariamente un pellet di bassa qualità (vedi Perché il pellet di eucalipto è un ottimo pellet per stufe e caldaie, Pellet di eucalipto: quando si incontrano qualità e prezzo competitivo, Pellet Kalò di eucalipto; un pellet 100% bio dalle caratteristiche uniche). Per concludere dunque, avere una conoscenza, seppur approssimativa di quali siano gli elementi essenziali che caratterizzano il pellet di qualità permette il consumatore finale di orientarsi nel vasto mondo del pellet per scegliere il giusto prodotto senza farsi trascinare da strategie di marketing o mode passeggiere che puntano sul promuovere un ideale sbagliato o distorto del prodotto (vedi Colore del pellet troppo chiaro: una concessione al marketing che non è indicatore della qualità del prodotto, Il colore del pellet: meglio il pellet chiaro o il pellet scuro?).